Germano Celant nume tutelare dell’Arte Povera ha definito Bignardi un Guerrigliero sistematico
Galleria Valentina Bonomo ospita a Roma la mostra UMBERTO BIGNARDI “Di nuovo a Roma”, fino al 10 febbraio 2024
La Galleria Valentina Bonomo ha inaugurato nel 2002 la sua nuova sede di via del Portico d’Ottavia 13 a Roma con una personale di Mimmo Paladino.
La galleria si trova nel quartiere ebraico di Roma, uno dei tesori nascosti più belli della capitale, in un convento del XV secolo, prima palazzo signorile di una famiglia romana denominato ‘La casa dei Fabii’.
Negli spazi della galleria si sono susseguite mostre di artisti italiani e stranieri di fama internazionale che hanno presentato progetti ed installazioni realizzati appositamente per quel luogo.
Dal 9 novembre 2023 la galleria presenta la mostra UMBERTO BIGNARDI “Di nuovo a Roma” a cura di Lorenzo Madaro.
Umberto Bignardi (Bologna, 1935 – Milano, 2022) è stato un artista estremamente stimolante e sofisticato, sia per il suo lavoro legato a una pittura (e al disegno) informale, che per tutto il suo studio sulle immagini e la loro metamorfosi e diffusione, nella sua fase legata alla Pop, attraverso il disegno e le esperienze legate alla multimedialità, di cui sarà pioniere.
Ha studiato all’Accademia di Belle Arti dove conosce e stringe amicizia con giovani artisti suoi coetaneicome Jannis Kounellis e Pino Pascali e dove rimarrà fino alla fine degli anni Sessanta, per poi trasferirsi definitivamente a Milano.
Questa mostra monografica alla Galleria Valentina Bonomo – la prima in una galleria romana dopo gli anni Sessanta e la prima dopo l’antologica del 1994 curata da Maurizio Calvesi e Laura Cherubini alla Sapienza – segna il ritorno di Bignardi a Roma proprio attraverso un focus sulle opere di quegli anni cruciali.
In mostra i disegni e le grandi tele degli anni ’50 e ’60 oltre a un nucleo di rari documenti che costituiscono una testimonianza importante della scena artistica romana dell’epoca; centrale luogo di scambio per l’ambiente intellettuale e ampiamente all’avanguardia rispetto ad altre realtà̀ internazionali.
Umberto Bignardi è stato un pioniere delle installazioni visuali già̀ dagli anni Cinquanta fino a quasi tutti gli anni Sessanta, ed è infatti da riconoscere come uno dei protagonisti di quella stagione irripetibile per Roma.
Nel 1957 avviene un fondamentale incontro, tramite Toti Scialoja – suo maestro all’Accademia –, con Cy Twombly, che lo indirizza verso una pittura di gesto e di segno, in cui compaiono parole e nomi, quasi un nuovo alfabeto di forme e segni.
A Roma diventa poi uno dei protagonisti de L’Attico ed è tra gli artisti presenti nella mostra della galleria di Fabio Sargentini “Fuoco Immagine Acqua Terra” accanto a Schifano, Pascali, Kounellis e altri.
In questa occasione espone il Rotor che anticipa quella che oggi definiremmo video- installazione.
Rotor viene presentata da Germano Celant alla Galleria La Bertesca di Genova nell’epica mostra “Arte Povera e Im Spazio” proprio in questa occasione Celant definisce Bignardi come un Guerrigliero sistematico.
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