VINCENZO AGNETTI – TOMASO BINGA. Una macchina è una macchina

- DATA INIZIO: 12/03/2024

- DATA FINE: 15/07/2024

- LUOGO: ROMA – Galleria Erica Ravenna

- INDIRIZZO: Via della Reginella - Via di Sant’Ambrogio 26

- TEL: (+39) 06 3219968

Un dialogo tra due artisti che, a partire dagli anni ’60, hanno privilegiato l’uso della parola come medium espressivo: Vincenzo Agnetti- e Tomaso Binga (Bianca Pucciarelli Menna)

Galleria Erica Ravenna di Roma ospita la mostra VINCENZO AGNETTI – TOMASO BINGA. Una macchina è una macchina

 

Galleria Erica Ravenna di Roma ospita la mostra VINCENZO AGNETTI - TOMASO BINGA. Una macchina è una macchina
Installation view

 

Erica Ravenna Gallery è stata fondata a Roma nel 1992, lavorando fin dall’inizio con i rappresentanti più importanti di arte informale, arte povera, arte concettuale, arte minima italiana ed europea.

Fino al 15 luglio 2024 la galleria presenta una doppia personale dedicata a due artisti a Vincenzo Agnetti (Milano 1926-1981) e Tomaso Binga nome d’arte di Bianca Pucciarelli Menna (Salerno 1931).

La mostra, dal titolo Vincenzo Agnetti- Tomaso Binga. Una macchina è una macchina propone un dialogo tra due artisti che, a partire dagli anni ’60, hanno privilegiato l’uso della parola come medium espressivo di “quel processo di trasformazione per cui il pensiero, le esperienze e la vita divengono ‘operazione artistica’ ”.

Sono molti i punti di contatto tra i due, pur non essendosi mai incontrati: l’uso della poesia, le pratiche performative, la concezione dell’arte come un’operazione di sintesi.

Erano gli anni della sperimentazione, dell’avvento di materiali extra-artistici e di più̀ aggiornate tecnologie, che hanno ispirato e influenzato la ricerca nell’ambito dei nuovi linguaggi dell’arte.

Tra i vari supporti meccanici e tecnologici, la macchina da scrivere ha costituito uno degli strumenti che numerosi artisti, nei decenni ’60 e ‘70, hanno utilizzato per la realizzazione delle loro opere.

Il noto saggio The Art of Typewriting a cura di Ruth e Marvin Sackner, ne traccia una rassegna all’interno della quale figura Tomaso Binga – artista legata alla galleria stabilmente da lungo tempo – con i suoi Dattilocodicirealizzati con un Olivetti lettera32.

Da un errore di battitura di due tasti contemporaneamente, è generato un segno che a sua volta, attraverso la scelta compositiva dell’artista, darà luogo a un criptico codice linguistico e a originali immagini.

Nel saggio non compare Vincenzo Agnetti: che solo nel 1969 espone per la prima volta La macchina drogata: una calcolatrice Olivetti Divisumma 14 nella quale sostituisce ai numeri i segni alfabetici e quelli d’interpunzione.

Il pubblico era invitato a interagire con lo strumento meccanico, producendo un’azione collaborativa e performativa definita da Agnetti come “teatro statico”.

La lettera originale Del teatro statico, riguardante fra l’altro la funzione metalinguistica del linguaggio, la demistificazione delle informazioni e il rapporto con la società dei consumi, è eccezionalmente esposta in mostra.

ORARI DI APERTURA

  • Lunedì > venerdì 10.30 – 19.30
  • Sabato su appuntamento

INFO

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