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ToggleAttraverso nove artisti internazionali si rappresenta un’immagine di “biblioteca” come deposito dell’immaginario collettivo e della cultura universale
Fondazione Memmo di Roma propone la mostra La Biblioteca del Mondo (Conversation Piece Part IX), a cura di Marcello Smarrelli
Nata nel 1990 per iniziativa di Roberto Memmo, la Fondazione Memmo si è distinta per l’alto livello culturale delle mostre proposte nel grande spazio espositivo di Palazzo Ruspoli nel pieno centro di Roma.
Dal 2012 la fondazione ha orientato la sua programmazione al panorama artistico contemporaneo.
Dal 13 dicembre 2023 la Fondazione ha aperto al pubblico la mostra curata da Marcello Smarrelli La Biblioteca del Mondo (Conversation Piece Part IX), nona edizione di Conversation Piece, il ciclo di mostre a cadenza annuale nato con l’intento di restituire una panoramica degli artisti italiani e stranieri che scelgono ogni anno Roma come luogo di residenza, di ricerca e di lavoro.
La Biblioteca del Mondo coinvolge nove artisti che, seppur appartenenti a generazioni distanti tra loro e con modalità di lavoro diverse, possiedono un comune denominatore nell’uso del libro come “materiale da costruzione” dell’opera d’arte.
Questi gli artisti:
Yael Bartana (1970, Israele. Vincitrice del Premio Roma dell’Accademia Tedesca Roma Villa Massimo 2023/24),
Nicolò Degiorgis (1985, Bolzano),
Bruna Esposito (1960, Roma),
Claire Fontaine (gruppo artistico fondato a Parigi nel 2004 da Fulvia Carnevale e James Thornhill),
Paolo Icaro (1936, Torino),
Kapwani Kiwanga (1978, Hamilton, Canada. Borsista presso l’Accademia di Francia – Villa Medici),
Marcello Maloberti (1966, Codogno),
Francis Offman (1987, Butare, Ruanda),
Ekaterina Panikanova (1975, San Pietroburgo, Russia).
Il titolo della mostra è un diretto riferimento a Umberto Eco e all’omonimo documentario di Davide Ferrario (2022), in cui si racconta la leggendaria biblioteca dell’intellettuale scomparso, a cui lo stesso Eco assegna la funzione – assommata alle biblioteche di tutto mondo – di deposito della memoria dell’umanità.
Attraverso un nucleo di opere disposte in un percorso che parte dalla facciata di Palazzo Ruspoli per proseguire nel cortile e nelle Scuderie, l’esposizione si propone di restituire un’immagine di “biblioteca” come deposito dell’immaginario collettivo e della cultura universale.
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