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Angelo Tabaro

Il patrimonio culturale immateriale e le rievocazioni storiche

Rievocazioni storiche e tradizioni viventi: così si arricchisce la nostra identità culturale e viena promosso il dialogo interculturale

Patrimonio Culturale Immateriale. Rievocazioni storiche e tradizioni viventi: favoriscono l’identità culturale e il dialogo interculturale

 

Patrimonio Culturale Immateriale. Rievocazioni storiche e tradizioni viventi: favoriscono l'identità culturale e il dialogo interculturale
Credits: Eleonora Dorigo per Pikasus

 

Il patrimonio culturale immateriale e rievocazioni storiche

La Creatività dell’uomo non ha prodotto solo patrimonio culturale materiale, monumenti e collezioni di oggetti, ma anche qualcosa di immateriale come tutte le tradizioni viventi trasmesse dai nostri antenati. Si hanno così espressioni orali, incluso il linguaggio, arti dello spettacolo, pratiche sociali, riti e feste, conoscenza e pratiche concernenti la natura e l’universo, artigianato tradizionale.

Questo patrimonio culturale immateriale è fondamentale nel mantenimento della diversità culturale di fronte alla globalizzazione e la sua comprensione aiuta il dialogo interculturale e incoraggia il rispetto reciproco dei diversi modi di vivere.

La sua importanza non risiede nella manifestazione culturale in sé, bensì nella ricchezza di conoscenza e competenze che vengono trasmesse da una generazione all’altra.

Alla protezione del patrimonio culturale dell’umanità è impegnata in prima linea L’UNESCO – Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, istituita a Parigi nel 1946.

Su tema della protezione dei beni della creatività umana e naturali, l’UNESCO ha cominciato ad operare in forma organica con la Convenzione sul patrimonio Mondiale culturale e naturale adottata nel 1972.

In forza di quella convenzione da cinquant’anni l’UNESCO protegge questi beni attraverso l’iscrizione delle eccellenze nella Lista del Patrimonio dell’Umanità.

Per quella convenzione i beni candidabili all’iscrizione nella lista del Patrimonio dell’Umanità sono però solo beni materiali per cui sono stati iscritti nella lista:

del PATRIMONIO CULTURALE

  • monumenti: opere architettoniche, plastiche o pittoriche monumentali, elementi o strutture di carattere archeologico, iscrizioni, grotte e gruppi di elementi di valore universale eccezionale dall’aspetto storico, artistico o scientifico;
  • agglomerati: gruppi di costruzioni isolate o riunite che, per la loro architettura, unità o integrazione nel paesaggio hanno valore universale eccezionale dall’aspetto storico, artistico o scientifico;
  • siti: opere dell’uomo o opere coniugate dell’uomo e della natura, come anche le zone, compresi i siti archeologici, di valore universale eccezionale dall’aspetto storico ed estetico, etnologico o antropologico;

del PATRIMONIO NATURALE

  • i monumenti naturali costituiti da formazioni fisiche e biologiche o da gruppi di tali formazioni di valore universale eccezionale dall’aspetto estetico o scientifico;
  • le formazioni geologiche e fisiografiche e le zone strettamente delimitate costituenti l’habitat di specie animali e vegetali minacciate, di valore universale eccezionale dall’aspetto scientifico o conservativo;
  • i siti naturali o le zone naturali strettamente delimitate di valore universale eccezionale dall’aspetto scientifico, conservativo o estetico naturale;
  • i paesaggi culturali (dal 1992) che rappresentano “creazioni congiunte dell’uomo e della natura”, così come definiti all’articolo 1 della Convenzione, e che illustrano l’evoluzione di una società e del suo insediamento nel tempo sotto l’influenza di costrizioni e/o opportunità presentate, all’interno e all’esterno, dall’ambiente naturale e da spinte culturali, economiche e sociali.

La loro protezione può contribuire alle tecniche moderne di uso sostenibile del territorio e al mantenimento della diversità biologica.

Le cose sono cambiate solo nel 2003 allorché l’UNESCO, adottando la Convenzione per la Salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, ha avviato una serie di procedure per l’identificazione, la documentazione, la preservazione, la protezione, la promozione e la valorizzazione dei beni culturali immateriali di cui si era detto all’inizio di questa riflessione.

L’Italia ha ratificato quella convenzione nel 2007 e attivato contestualmente l’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale con la funzione di operare per la salvaguardia e la valorizzazione, in Italia e all’estero, dei beni culturali demoetnoantropologici, materiali e immateriali, e delle espressioni delle diversità culturali presenti sul territorio.

L’Istituto ha inoltre il compito di promuovere e realizzare attività di documentazione, formazione, studio e divulgazione, collaborando con enti locali, ambasciate, enti pubblici e privati, università, centri di ricerca nazionali e internazionali per la tutela, salvaguardia, valorizzazione e promozione dei beni costituenti il patrimonio immateriale ed etnoantropologico italiano.

Tra queste attività di ricerca, a vent’anni dalla Convenzione, l’istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale con la Direzione Generale Archeologia Belle Arti e Paesaggio del Ministero della Cultura, ha realizzato la prima Mappatura delle Rievocazioni storiche sul territorio Nazionale presentata ufficialmente al pubblico il 20 settembre 2023.

Le rievocazioni storiche sono parte del complesso patrimonio culturale immateriale del paese e rappresentano un fattore di sviluppo della cultura, un elemento di coesione e di identità nazionale, uno strumento di diffusione della conoscenza della storia, della cultura e dell’arte italiana in Europa e nel mondo, oltre ad un ambito di sviluppo dell’attività imprenditoriale culturale e creativa e dell’offerta turistica nazionale, nonché un elemento di integrazione e contrasto del disagio sociale.

Ben venga questo lavoro, ma altrettanto dovrebbe essere fatto per tutte le altre forme di manifestazione del patrimonio culturale immateriale del Paese.

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