Cercando l’assoluto Fontana e Giacometti, pur su strade diverse, hanno raggiunto l’essenziale rinunciando all’imitazione e superando i limiti della rappresentazione simbolica e figurativa.
GIACOMETTI – FONTANA. La ricerca dell’assoluto – Mostra Firenze

FIRENZE – Museo di Palazzo Vecchio Piazza della Signoria
Dal 02/03 al 04/06/2023
Si è aperta al pubblico dal 2 marzo 2023 al Museo di Palazzo Vecchio a Firenze la mostra Giacometti – Fontana. La ricerca dell’assoluto, a cura di Chiara Gatti e Sergio Risaliti.
Si tratta di un progetto espositivo inedito che propone un incontro ideale e un virtuale dialogo potente fra due giganti del Novecento, grazie al confronto straordinario fra capolavori in arrivo dall’Italia e dall’estero.
Per la prima volta sono messe in relazione due colonne portanti del XX secolo:
- lo scultore, pittore e incisore svizzero di lingua italiana Alberto Giacometti (1901 – 1966), artista le cui opere evocano la solitudine e la vulnerabilità dell’uomo nell’infinita vacuità dello spazio;
- Lucio Fontana (1899 -1968), pittore, ceramista e scultore italiano nato in Argentina, padre del Movimento Spazialista.
Due artisti così distanti nelle attitudini e nella vita, ma altrettanto legati da una riflessione sulla verità nell’arte, conquistata attraverso l’esperienza della materia e insieme dell’immaginazione, in bilico fra la dimensione primordiale del tempo e quella cosmologica dello spazio.
Un colloquio che vuole suscitare domande piuttosto che dare risposte, per stimolare il dibattito critico e inattese narrazioni attorno ad affinità di pensiero e riferimenti condivisi.
Una mostra in cui le opere accostate acquistano la potenza evocativa di un sogno, la cui presenza come in un sogno va interpretata cercando risposte lontane nel tempo e nel futuro.
La ricerca dell’assoluto è il punto di contatto tra Giacometti e Fontana.
Cercando l’assoluto, entrambi hanno raggiunto l’essenziale rinunciando all’imitazione e superando i limiti della rappresentazione simbolica e figurativa con una pratica artistica che ha fatto perno sul gesto e la manipolazione, sulla concentrazione e la rinuncia alla forma definitiva.
Una mostra difficile, resa possibile grazie a prestiti provenienti da importanti istituzioni e collezioni, fra cui la Fondazione Maeght di Saint-Paul-de-Vence e il Museo del Novecento di Milano.
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