E’ stato la prima forma di scambio economico dell’umanità. Il baratto torna sulla scena: dagli swap party, termine derivato dal linguaggio finanziario e in particolare dallo swapping, uno scambio di flussi di cassa, per rifarsi il guardaroba a costo zero, al baratto di mobili, servizi, tempo, case per vacanza, soggiorni in bed&breakfast. Sono tante le declinazioni possibili per gli scambi, ma solo una è la regola: zero money. Il concetto di baratto, quindi, non riguarda solo vestiti e accessori, ma si può applicare allo scambio di un’infinita varietà di oggetti, manufatti, servizi. Non mancano mercatini veri e propri come la Fiera del Baratto e dell’usato di Napoli o il BarAtto del parco Bissuola di Mestre, ma è nelle “piazze web”, ritenute quasi dei veri e propri bazar, che si fanno affari senza sosta. Su Zero Relativo non c’è limite al barattabile: un semplice libro, vino, utensili per la casa, mobili, tappeti, tv e dvd, e anche consulenze o lavoretti domestici. La moneta non esiste, non c’è unità di misura se non un approssimativo ma efficace valore dato agli oggetti. Su E-barty.it lo slogan è chiaro: “Scambiare è meglio che comprare”, e in effetti si pagano solo le spedizioni ed esiste una black list per i furbetti che propongono pezzi falsi o rovinati.