“Mi domando una cosa: chi ha permesso a questi disgraziati di entrare nel nostro Paese?”: questa la domanda polemica alla quale non riesce trovare risposta Marta Vincenzi, prima cittadina del capoluogo ligure all’indomani degli incidenti di Italia – Serbia. Guarda in casa il Sindaco, che è allibito da quanto accaduto, che è sicuramente un atto gravissimo per lo sport e l’immagine di questo ma sopratutto per la sua città, che all’indomani della guerriglia inscenata dagli ultras serbi deve fare i conti con notevoli danni: “Va fatta chiarezza – dice ai microfoni di Sky Sport – Non è possibile distruggere un pezzo di città, oltre che portare un’ombra ancora più pesante sul calcio, per non aver saputo prevenire.
Secondo me, è mancata a monte la capacità di individuare questi delinquenti”. E’ un fiume in piena la Vincenza che svela una serie di retroscena sugli atti vandalici compiuti dai facinorosi pseudotifosi serbi: “Diverse ore prima, alcune centinaia di questi che non possono chiamarsi tifosi si sono radunati. Dopo una fase iniziale in cui sembravano chiassosi, scomposti ma non particolarmente delinquenziali, hanno cominciato a correre, sono volate bottiglie, sono stati imbrattati muri preziosi di palazzi antichi e hanno cominciato a fare i loro bisogni ovunque. Ho sofferto questa situazione in maniera molto intensa”. Curioso il destino della città della lanterna, che a distanza di anni dopo essere stata, sconvolta dagli episodi del G8, si trova a fare i conti con i risultati degli scontri di Italia-Serbia.
Autore: Marco Beltrami
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