Per Muholi la fotografia non è solo un mezzo per fare arte, ma soprattutto veicolo di protesta, di rivoluzione, di denuncia, di propaganda.
MUHOLI: a visual activist – Mostra Mudec

© Zanele Muholi
Cape Town/Johannesburg and Yancey Richardson, New York
MILANO – MUDEC/Museo delle Culture Via Tortona, 56
Dal 31/03 al 30/07/2023
Il Museo delle Culture/MUDEC di Milano è un centro dedicato alla ricerca interdisciplinare sulle culture del mondo, che si propone, a partire dalle collezioni etnografiche, di essere un luogo di dialogo attorno ai temi della contemporaneità attraverso le arti visive, performative e sonore, il design e il costume.
Dal 31 marzo 2023 il Museo, in linea con la sua missione presenta la mostra MUHOLI: a visual activist.
Nata nel 1972 a Umlazi, nei pressi di Durban in Sudafrica Zanele Muholi è una talentuosa artista e fotografa che ama definirsi attivista visiva per il suo impegno in difesa della comunità LGBT.
E’ salita agli onori della critica internazionale per il documentario Difficult Love del 2010, un racconto autobiografico della sua vita di donna lesbica cresciuta in una township nera, e per Faces and Phases, una raccolta di ritratti di donne lesbiche nere sudafricane.
La mostra al MUDEC presenta una selezione speciale di oltre 60 autoritratti in bianco e nero scelti appositamente per il Mudec, immagini che veicolano messaggi indelebili.
La macchina fotografica diventa per Muholi un’arma insieme di denuncia e di salvezza, che decide di rivolgere verso di sé.
La bellezza delle composizioni e il talento assoluto di artista sono per Muholi solo un mezzo per affermare la necessità di esistere, la dignità e il rispetto cui ogni essere umano ha diritto, a dispetto della scelta del partner o del colore della pelle, e del genere con cui si identifica.
La sua arte indaga instancabilmente temi come razzismo, eurocentrismo, femminismo e politiche sessuali.
Scatti magnetici e di denuncia sociale che spaziano dai primissimi autoritratti realizzati ai più recenti lavori.
Muholi sceglie ogni volta con cura meticolosa e costante il setting e la luce, prepara il soggetto allo scatto in maniera rigorosa e ossessiva, lavorando sui contrasti cromatici bianco-nero, ponendo a nudo il proprio corpo.
E infine il ‘contesto’ dell’autoritratto: Muholi si mette in scena con l’uso surreale e metaforico di oggetti di semplice quotidianità.
Copricapi fatti di soldi, collane ricavate da cavi della luce, mollette in testa e corone fatte di pneumatici, pinze e cordami vari interpretati come turbanti e sciarpe sono sempre utilizzati e indossati sul suo corpo in pose di sorprendente bellezza che ricordano spesso – a un primo sguardo superficiale – il fashion style di certe copertine patinate di moda.