Maurizio Pellegrin e Verónica Vázquez hanno in comune un’attenzione per il passato, con la storia dei materiali, dei manufatti e degli oggetti dai quali attingono per realizzare le loro opere
Marignana Arte di Venezia ospita la mostra MAURIZIO PELLEGRIN VERÓNICA VÁZQUEZ. In ordinem redigere (l’arte di ricomporre memorie)
Marignana Arte nasce a Venezia nel 2013 da un progetto di Emanuela Fadalti e Matilde Cadenti, e si sviluppa su due spazi adiacenti: Marignana Gallery (Dorsoduro 141) e Marignana Project (Dorsoduro 140 A).
Collocati in un sestiere strategico per le arti del nostro tempo e considerato il cuore pulsante del contemporaneo a Venezia, i due spazi di Marignana Arte si trovano a pochi passi dalla Collezione Peggy Guggenheim, dalla Pinault Collection e da Fondazione Vedova.
Dal 25 maggio al 21 settembre 2024 Marignana Arte ospiterà la bipersonale di Maurizio Pellegrin e Verónica Vázquez dal titolo In ordinem redigere (l’arte di ricomporre memorie), una mostra dedicata al dialogo delle opere di due artisti di fama internazionale che da anni collaborano con la galleria.
Profondamente diversi per biografia e per scelte estetiche ed espressive, Pellegrin e Vázquez hanno in comune un’attenzione a mantenere o evidenziare la relazione con il passato, con la storia dei materiali, dei manufatti e degli oggetti dai quali attingono per realizzare le loro opere.
Le opere di Verónica Vázquez, nata in Uruguay nel 1970, partono da materiale “trovato”: l’artista esplora grandi spazi industriali dove raccoglie il materiale, spesso di scarto, e togliendo questi oggetti dalla loro destinazione originaria li libera dalla funzione precedente, ponendoli nella dimensione estetica della pura forma.
L’arte di ricomporre e ridisporre il passato liberando gli oggetti “trovati” dalle funzioni d’uso per i quali erano stati creati è un punto centrale anche della poetica di Maurizio Pellegrin, artista nato a Venezia nel 1956.
Maurizio Pellegrin appartiene alla rara categoria degli artisti intellettuali e occupa un posto singolare nel panorama attuale: troppo realista in filosofia per essere un concettuale tipico, troppo cosmopolita per indulgere a un’arte vernacolare (semmai la sua nativa Venezia gli ha offerto un ponte verso un Oriente zenizzante), troppo culturalmente ed esteticamente raffinato per sconfinare in esperienze pop, minimal o poveristiche.
Se l’attenzione di Verónica Vázquez si rivolge principalmente ai metalli e alle carte e trova nella scultura la propria dimensione espressiva principale, la ricerca di Pellegrin guarda più alla dimensione umana: non è la materia ad essere ridisposta, ma l’energia che essa assorbe e rilascia anche nel contatto umano.
Guanti, cappelli, vecchie fotografie, ritratti del passato, utensili, suppellettili raccolte in ogni angolo del mondo: questi sono gli elementi che l’artista ritrova e ricompone, nello stesso slancio liberatorio che trasforma l’oggetto materico in pura forma estetica.
La mostra è organizzata in collaborazione con Piero Atchugarry Gallery e Galleria Michela Rizzo.