Per la mostra Settimo Giorno Gonzalo Borondo ha realizzato quasi mille fotogrammi cianotipici, manipolati manualmente.

GONZALO BORONDO. Settimo giorno – Mostra Gonzalo Borondo Bologna

BOLOGNA  – due sedi :

Magma gallery Via Santo Stefano 164

EX Chiesa di San Mattia Via Sant’Isaia 14

Dal 03/02 al 05/03/2023

La galleria MAGMA espone artisti contemporanei di fama internazionale ed emergenti, con un approccio basato sulla ricerca per far emergere le tendenze più innovative all’interno del mercato dell’arte in rapida evoluzione.

Dal 3 febbraio la galleria MAGMA gallery presenta “Settimo Giorno”, mostra personale di Gonzalo Borondo, allestita fino al 5 marzo in due sedi, presso l’Ex Chiesa di San Mattia e la galleria MAGMA di Bologna.

L’artista spagnolo, nato nel 1989, parte da uno dei testi narrativi più antichi del mondo, e senza dubbio uno dei più straordinari, il libro della Genesi, per rivisitare sensorialmente i primi sei giorni della creazione.

In “Settimo Giorno” culmina un lungo processo creativo che Gonzalo Borondo ha saputo intrecciare con la peculiare struttura interna dell’Ex Chiesa di San Mattia, senza trascurarne i luoghi di meditazione, quiete e silenzio.

Per la prima volta in questa mostra, l’artista spagnolo utilizza il video come principale mezzo espressivo: più di sessanta video sono collocati nelle sei cappelle e sull’altare per narrare visivamente i sei giorni del mito della creazione.

I video realizzati con tecniche di sviluppo analogico e combinati con l’attuale tecnologia 3D, rappresentano una transizione tra il passato e il presente e viceversa, sia tecnicamente che concettualmente.

Queste creazioni visive sono integrate con gli spazi architettonici, sovrapponendoli e ricreando una sorta di dialogo non convenzionale tra patrimonio e creazione contemporanea.

Nel progetto di Borondo le pareti non sono semplicemente un supporto per immagini o video: secondo il suo modo di concepire la creazione, lo spazio cessa di essere solo un luogo espositivo, e si trasforma completamente in un habitat -con le sue atmosfere, texture e ambienti, con le sue luci e le sue ombre – che cattura chiunque decida di entrare a San Mattia.

Questo viene ricreato attraverso immagini in movimento, in armonia con le parole, il suono e l’atto del pensare e sfidando le convenzioni che esistono tra l’opera d’arte e lo spettatore.

Borondo imposta un processo che invita i visitatori a svolgere un ruolo attivo nei diversi percorsi che sembrano fluttuare all’interno dello spazio manipolato, fornendo molteplici opzioni per camminare o fermarsi, perdersi o ritrovarsi, dare una pausa agli occhi, siano essi chiusi o aperti.