La Maremma dei Macchiaioli

- DATA INIZIO: 14/07/2023

- DATA FINE: 15/10/2023

- LUOGO: BIBBONA (Livorno) – Comune vecchio

- INDIRIZZO: Corso Matteotti, 1

Continua l’attività in Toscana del progetto Uffizi Diffusi, con la mostra sui Macchiaioli nel piccolo borgo di Bibbona

La Maremma dei Macchiaioli – Mostra Bibbona

 

Mostra Macchiaioli Bibbona
Installation view

 

BIBBONA (Livorno) – Comune vecchio Corso Matteotti, 1

Dal 14/07 al 15/10/2023

Continua in Toscana il progetto di diffusione dell’arte nel territorio promosso dalle gallerie degli Uffizi con il progetto Uffizi Diffusi avviato nel 2021.

Dal 14 luglio è aperta, infatti, negli spazi del Comune vecchio di Bibbona, antico borgo in provincia di Livorno la mostraLa Maremma dei Macchiaioli”, dove arte e natura si fondono nella rappresentazione del paesaggio toscano.

Nei dipinti esposti è infatti evidente il richiamo al territorio e alla natura circostante, che sembra risuonare nelle pennellate e nelle macchie di colore e luce.

La mostra è incentrata su una selezione di otto opere che pittori macchiaioli e post-macchiaioli hanno dedicato ai territori della Toscana del Sud.

I dipinti arrivano in prestito dalla Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti di Firenze.

Cinque sono di Giovanni Fattori: Casa rustica sul mare (1890-95 c.), Maremma toscana (1898 circa), Paesaggio sul mare (1885-1890 circa), Piccola Maremma (1884), Tramonto sul mare (1900 circa).

A questi si aggiungono Scena maremmana (1885-1990) di Eugenio Cecconi, Marina di Giuseppe Abbati, (1862-64), Paesaggio Maremma (1930) di Memo Vagaggini.

Le opere “fotografano” la quiete del paesaggio toscano rurale, tra campi e case contadine, sullo sfondo di cieli cangianti che sovrastano il mar Tirreno e dei litorali che ne ricevono le onde.

Quattro autori che interpretano, in modo personale e anche dissonante tra loro, l’ambiente e le atmosfere naturali della Maremma.

Si va da Giovanni Fattori che interpreta la natura con uno sguardo languido e avvolgente a Eugenio Cecconi che, invece, racconta di una campagna più arida, quasi dolorante, mentre Giuseppe Abbati propone una natura immersa in una serena atmosfera di pace, diversa da quella di Memo Vagaggini, sospesa tra terra e acqua, che restituisce un senso di raffinata durezza.

 

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