Il lavoro del fotoreporter italiano Paolo Pellegrin getta luce su conflitti globali, catastrofi ambientali e storie di persone emarginate
Galerija Jakopič di Lubjana ospita la mostra PAOLO PELLEGRIN. Un’antologia, aperta dal 24 giugno al 2 novembre

All’interno del programma di mostre dedicate ai grandi fotografi del nostro tempo la galleria Jakopič di Lubiana presenta una importante mostra di Paolo Pellegrin, fotoreporter italiano acclamato a livello internazionale e pluripremiato, membro della rinomata agenzia Magnum Photos.
Nato a Roma nel 1964 Paolo Pellegrin dalla seconda metà degli anni Novanta si è fatto comnoscere per la capacità e sensibilità nel gettare luce su conflitti globali, catastrofi ambientali e storie di persone emarginate, affermandosi come uno dei più importanti cronisti visivi di conflitti, sofferenza umana e resilienza.
Membro effettivo di Magnum Photos dal 2005 e vincitore, tra gli altri, di undici premi World Press Photo e della Robert Capa Gold Medal, è noto per un linguaggio visivo distintivo che fonde l’uso espressivo di luci e ombre con una narrazione lirica e profondamente empatica.
La mostra Paolo Pellegrin. An Anthology, che rimane aperta fino al 2 novembre 2025, non è una retrospettiva cronologica, ma un dialogo attentamente curato tra serie fotografiche che abbracciano continenti e decenni.
Si apre con tre immagini quasi nere di interni di Gaza, dove la luce penetra solo attraverso le fessure lasciate dagli spari – frammenti di trauma e sopravvivenza.

Si conclude con fotografie quasi interamente bianche dell’Antartide, dove le crepe nella neve lasciano intravedere un’instabilità invisibile sotto una superficie di purezza. Tra questi due poli di oscurità e luce, nero e bianco, si cela la piena complessità dell’umanità, catturata attraverso l’obiettivo di Pellegrin, attento a ogni sfumatura intermedia.