Ispirato ad uno spettacolo teatrale giapponese NOH, Hagoromo mostra la capacità di Massimo Bartolini di muoversi liberamente tra le diverse forme di manifestazione artistica.
MASSIMO BARTOLINI Hagoromo.
Con Hagoromo, il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato dedica a Massimo Bartolini (Cecina, 1962) una grande mostra che si inaugura il 16 settembre 2022.
La mostra sarà un nuovo capitolo del ciclo di mostre monografiche che il Centro ospita annualmente per mostrare al pubblico opere di artisti italiani.
La mostra, evitando l’impostazione cronologica/tematica, si presenta come una sequenza inaspettata di incontri sorprendenti e rivelatori, a partire dalla più grande installazione mai realizzata dall’artista e pensata ad hoc per gli spazi del centro Pecci.
Hagoromo è il titolo di un noto spettacolo teatrale giapponese Noh, che racconta la storia di un pescatore che un giorno trova l’hagoromo, il mantello piumato dei Tennin, uno spirito celeste femminile di bellezza soprannaturale che fa parte della mitologia giapponese.
Quando lo spirito chiede indietro il suo mantello senza il quale non può tornare in paradiso, il pescatore risponde che le restituirà il suo mantello solo dopo averla vista ballare.
Qui l’artista ripropone un suo lavoro del 1989 dallo stesso titolo che in cui una danzatrice reagisce alla musica di un sassofono e si mette a danzare all’interno di un parallelepipedo su ruote che sembra una minuscola casa.
Quel lavoro anticipava le tematiche che interessano oggi l’artista multidisciplinare, Il rapporto con l’architettura e lo spazio, il rapporto con il teatro e la performance art.