A Palazzo Fortuny una mostra che rimanda a un confronto continuo tra Jospin e Fortuny sulla natura e sui processi creativi e sperimentali
Il Museo Fortuny di Venezia ospita la mostra di EVA JOSPIN. Selva, aperta al pubblico dal 10 aprile al 24 novembre
Si chiuderà con la chiusura della 60ma Biennale Arte di Venezia la mostra EVA JOSPIN. Selva aperta il 10 aprile presso il Museo Fortuny di Venezia.
Si tratta pertanto di una ulteriore proposta espositiva che, pur non riconosciuta ufficialmente come evento collaterale della Biennale, della grande manifestazione d’arte contemporanea lagunare contribuisce ad arricchire l’offerta espositiva accrescendone l’interesse internazionale.
La mostra è realizzata con la collaborazione di Galleria Continua e curata da Chiara Squarcina e Pier Paolo Pancotto.
Da sempre la ricerca di Eva Jospin (Parigi, 1975) trae ispirazione dalla natura in tutte le sue articolazioni semantiche e visive.
Attraverso l’uso di materiali quali cartone, elementi e fibre vegetali, parti metalliche, tessuto, l’artista dà vita a composizioni plastiche anche di grande volume e dal forte impatto scenografico.
Opere dal tono fiabesco, a tratti misterioso, quasi magico, che evocano o ricreano un mondo che è al centro dei propri interessi: paesaggi, alberi, piante, rami, foglie, formazioni geologiche, brani di vegetazione, strutture architettoniche che inducono a riflettere su vari temi quali la creatività, i processi operativi e intellettuali attraverso i quali essa si esplicita, oggi come in passato.
Il progetto al Museo Fortuny di Venezia lo rappresenta una volta di più: le opere, immaginate per l’occasione, dialogano non solo con il contesto storico e ambientale che le accoglie, Palazzo Pesaro degli Orfei, ma soprattutto con l’identità delle raccolte che custodisce, ovvero la produzione artistica di Mariano Fortuny.
La grande installazione nel portego/ portico di Museo Fortuny è una “selva” artificiale che, una volta percorsa, dà la sensazione di perdere ogni cognizione di tempo e spazio, di trovarsi in un “altrove” indefinito e disorientante.
Il fulcro dell’installazione è Galleria (2021-2024): un passaggio ad arco con soffitto a cassettoni realizzato con cartone, legno e materiali vari in cui ricorrono diverse fonti d’ispirazione del lavoro dell’artista.
Alcune di queste, derivanti dai suoi viaggi in Italia, come le architetture rinascimentali e barocche, quelle classiche, capricci, rovine e fontane, ville patrizie e dimore storiche, edifici religiosi, fino alle opere nei musei.
All’interno della struttura, come in uno studiolo rinascimentale, trova posto una sequenza di pannelli in legno, cartone e collage alternati a disegni che raffigurano delle vedute che, pur facendo riferimento a elementi della quotidianità, evocano un mondo lontano, fiabesco, quasi mistico come quello delle atmosfere simboliste e nabis.
La mostra continua con queste atmosfere, come un invito a perdersi e a ritrovarsi in una dimensione “altra” della foresta, in grado di suscitare pura meraviglia.