INDIA OGGI 17 fotografi dall’indipendenza ai giorni nostri

- DATA INIZIO: 11/11/2023

- DATA FINE: 18/02/2024

- LUOGO: TRIESTE – Magazzino delle Idee

- INDIRIZZO: Corso Camillo Benso Conte di Cavour, 2

- TEL: +39 040 3774783

Sessant’anni di fotografia indiana in un grande progetto espositivo con oltre 500 opere tra foto, video e istallazioni

Il Magazzino delle Idee di Trieste presenta la mostra fotografica INDIA OGGI 17 fotografi dall’indipendenza ai giorni nostri

 

Il Magazzino delle Idee di Trieste presenta la mostra fotografica INDIA OGGI 17 fotografi dall’indipendenza ai giorni nostri
Locandina

 

Si è inaugurata sabato 11 settembre 2023, presso i locali del Magazzino delle Idee di Trieste, la mostra INDIA OGGI. 17 fotografi dall’indipendenza ai giorni nostri, prima mostra a raccogliere e a presentare a livello europeo settant’anni di fotografia indiana in un unico grande progetto espositivo composto da oltre 500 opere tra fotografie, video e installazioni.

Attraverso racconti visivi, esperienze, testimonianze e indagini, India oggi traccia un percorso storico- sociale che muove dal Mahatma Gandhi e dal decennio immediatamente successivo all’indipendenza dall’Impero britannico nel 1947 fino ai nostri giorni.

Dal passato postcoloniale all’affermazione fra le maggiori economie internazionali, la mostra testimonia la radicale trasformazione di cui è protagonista il subcontinente indiano, forte di uno sviluppo esponenziale che deve fare i conti con profonde contraddizioni e disuguaglianze sociali.

A cogliere i molteplici aspetti di questa evoluzione, fra tradizione e cambiamento, è lo sguardo fotografico di diciassette artisti, tra autori affermati e nuovi protagonisti della fotografia indiana contemporanea

Merita citare tutti questi fotografi:

Kanu Ghandi: nipote del Mahatma, lo ha ritratto negli anni in cui professava la disobbedienza civile e l’attivismo non violento.

Bhupendra Karia: esplora l’India rurale post indipendenza, soffermandosi sulle sfide sociali, politiche e ambientali che il Paese dovrà affrontare.

Pablo Bartholomew: narra la sua esperienza di ventenne affamato di vita tra Delhi, l’allora Bombay, e Calcutta alla ricerca di inchieste in ambiti sociali difficili.

Ketaki Sheth: raccolta la Bombay che cambia tra la fine degli anni 80 e l’inizio degli anni 90 col boom edilizio, l’arrivo massiccio di migranti interni, il contrasto tra tradizione e cambiamento.

Sheba Chhachhi: attivista e cronista del movimento femminista indiano, interpreta con il ritratto “messo in scena” la storia di 7 attiviste.

Raghu Rai: considerato unanimemente uno dei maestri della fotografia indiana, riunisce nel suo lavoro 4 decenni di storia indiana, dagli anni ’60 al 2000.

Sunil Gupta: presenta, una sorta di diario privato, nel quale l’India rurale del suo villa di origine fa da sfondo alla sua esistenza tormentata.

Anita Khemka: con un lavoro intenso durata due decenni, ha seguito l’evoluzione di Laxmi, attivista transgender molto popolare in India, della quale racconta la sua naturale schiettezza e genuinità.

Serena Chopra: ha frequentato per 8 anni il campo profughi di Majnu ka Tilla, raccogliendo immagini e testimonianza sonore, scritti e disegni realizzati dagli esuli tibetani.

Dileep Prakash: ha indagato sulle eredità postcoloniali con l’obiettivo di capire quanto il legame tra le due differenti culture continua e come.

Vicky Roy: il suo lavoro affronta uno dei drammi più attuali della società indiana, i bambini orfani o abbandonati. Ne restituisce un’immagine piena di vita e di speranza con un appello per riuscire a dare loro un futuro.

Amit Madheshiya: nelle sue fotografie ritrae i volti perduti, stupiti e rapiti, di allevatori e agricoltori che assistono, per la prima volta, alla proiezione di film sotto tendoni improvvisati di cinema itineranti.

Senthil Kumaran Rajendran: raccolta la difficile convivenza fra tigri e umani, in un contesto di aumento demografico, nuovi insediamenti e deforestazione.

Vinit Gupta: il suo lavoro ha come focus il tema dell’ecologia, e delle lotte delle popolazioni minacciate dagli interessi industriali che ne sconvolgono identità e tradizioni.

Ishan Tankha: testimonia le proteste dei jal satyagrahis che si battono contro la costruzione di dighe che comporterebbero lo spostamento di centinaia di migliaia di persone, e degli adivasi che lottano contro lo sfruttamento delle loro terre ricche di carbone e ferro.

Soumya Sankar Bose: attraverso testimonianze orali e video ha ricostruito il massacro di Marichjhapi, nel Bengala occidentale, perpetrato dalle forze di polizia contro i rifugiati bengalesi di casta inferiore nel 1979.

Uzma Mohsin: analizza meccanismi e conseguenze delle proposte civile in un paese dove il dissenso è considerato al pari di “slealtà, antinazionalismo e sedizione” come lei stessa ricorda.

ORARI

  • Martedì > domenica 10.00 -19.00

INFO

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