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ToggleSessant’anni di fotografia indiana in un grande progetto espositivo con oltre 500 opere tra foto, video e istallazioni
Il Magazzino delle Idee di Trieste presenta la mostra fotografica INDIA OGGI 17 fotografi dall’indipendenza ai giorni nostri

Si è inaugurata sabato 11 settembre 2023, presso i locali del Magazzino delle Idee di Trieste, la mostra INDIA OGGI. 17 fotografi dall’indipendenza ai giorni nostri, prima mostra a raccogliere e a presentare a livello europeo settant’anni di fotografia indiana in un unico grande progetto espositivo composto da oltre 500 opere tra fotografie, video e installazioni.
Attraverso racconti visivi, esperienze, testimonianze e indagini, India oggi traccia un percorso storico- sociale che muove dal Mahatma Gandhi e dal decennio immediatamente successivo all’indipendenza dall’Impero britannico nel 1947 fino ai nostri giorni.
Dal passato postcoloniale all’affermazione fra le maggiori economie internazionali, la mostra testimonia la radicale trasformazione di cui è protagonista il subcontinente indiano, forte di uno sviluppo esponenziale che deve fare i conti con profonde contraddizioni e disuguaglianze sociali.
A cogliere i molteplici aspetti di questa evoluzione, fra tradizione e cambiamento, è lo sguardo fotografico di diciassette artisti, tra autori affermati e nuovi protagonisti della fotografia indiana contemporanea
Merita citare tutti questi fotografi:
“Kanu Ghandi: nipote del Mahatma, lo ha ritratto negli anni in cui professava la disobbedienza civile e l’attivismo non violento.
Bhupendra Karia: esplora l’India rurale post indipendenza, soffermandosi sulle sfide sociali, politiche e ambientali che il Paese dovrà affrontare.
Pablo Bartholomew: narra la sua esperienza di ventenne affamato di vita tra Delhi, l’allora Bombay, e Calcutta alla ricerca di inchieste in ambiti sociali difficili.
Ketaki Sheth: raccolta la Bombay che cambia tra la fine degli anni 80 e l’inizio degli anni 90 col boom edilizio, l’arrivo massiccio di migranti interni, il contrasto tra tradizione e cambiamento.
Sheba Chhachhi: attivista e cronista del movimento femminista indiano, interpreta con il ritratto “messo in scena” la storia di 7 attiviste.
Raghu Rai: considerato unanimemente uno dei maestri della fotografia indiana, riunisce nel suo lavoro 4 decenni di storia indiana, dagli anni ’60 al 2000.
Sunil Gupta: presenta, una sorta di diario privato, nel quale l’India rurale del suo villa di origine fa da sfondo alla sua esistenza tormentata.
Anita Khemka: con un lavoro intenso durata due decenni, ha seguito l’evoluzione di Laxmi, attivista transgender molto popolare in India, della quale racconta la sua naturale schiettezza e genuinità.
Serena Chopra: ha frequentato per 8 anni il campo profughi di Majnu ka Tilla, raccogliendo immagini e testimonianza sonore, scritti e disegni realizzati dagli esuli tibetani.
Dileep Prakash: ha indagato sulle eredità postcoloniali con l’obiettivo di capire quanto il legame tra le due differenti culture continua e come.
Vicky Roy: il suo lavoro affronta uno dei drammi più attuali della società indiana, i bambini orfani o abbandonati. Ne restituisce un’immagine piena di vita e di speranza con un appello per riuscire a dare loro un futuro.
Amit Madheshiya: nelle sue fotografie ritrae i volti perduti, stupiti e rapiti, di allevatori e agricoltori che assistono, per la prima volta, alla proiezione di film sotto tendoni improvvisati di cinema itineranti.
Senthil Kumaran Rajendran: raccolta la difficile convivenza fra tigri e umani, in un contesto di aumento demografico, nuovi insediamenti e deforestazione.
Vinit Gupta: il suo lavoro ha come focus il tema dell’ecologia, e delle lotte delle popolazioni minacciate dagli interessi industriali che ne sconvolgono identità e tradizioni.
Ishan Tankha: testimonia le proteste dei jal satyagrahis che si battono contro la costruzione di dighe che comporterebbero lo spostamento di centinaia di migliaia di persone, e degli adivasi che lottano contro lo sfruttamento delle loro terre ricche di carbone e ferro.
Soumya Sankar Bose: attraverso testimonianze orali e video ha ricostruito il massacro di Marichjhapi, nel Bengala occidentale, perpetrato dalle forze di polizia contro i rifugiati bengalesi di casta inferiore nel 1979.
Uzma Mohsin: analizza meccanismi e conseguenze delle proposte civile in un paese dove il dissenso è considerato al pari di “slealtà, antinazionalismo e sedizione” come lei stessa ricorda.
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