Francesco Cito è un testimone di frammenti di storia tra i più rinomati fotoreporter a livello internazionale
Il MO.CA. /Centro per le nuove Culture di Brescia ospita la mostra FRANCESCO CITO. Archive in progress, fino al 30 settembre
MO.CA. /Centro per le nuove Culture di Brescia è un incubatore di progetti innovativi nel campo dell’arte, cultura e creatività contemporanea.
Dal 2016 ha sede nello storico Palazzo Martinengo Colleoni di Malpaga e negli anni si è sviluppato come un laboratorio di sperimentazione progettuale e uno spazio di aggregazione che offre esperienze artistico-culturali e occasioni di crescita professionale e imprenditoriale.
Dal 18 maggio 2024 MO:CA ospita la mostra FRANCESCO CITO. Archive in progress a cura di Renato Corsini.
Nato a Napoli nel 1949 Francesco Cito è considerato oggi uno dei più rinomati e ricercati reporter italiani.
Inizia a dedicarsi alla fotografia a Londra dove si trasferisce nel 1972 per iniziare la sua carriera professionale nel 1975, quando – grazie all’impiego presso il settimanale di musica pop-rock Radio Guide Magazine – comincia a girare l’Inghilterra fotografando concerti e personaggi della musica leggera.
Nel 1980 Cito è uno dei primi fotoreporter a raggiungere clandestinamente l’Afghanistan occupato dall’invasione dell’Armata Rossa e, al seguito di vari gruppi di guerriglieri che combattono i Sovietici, percorre circa 1200 KM a piedi.
Sono sue le fotografie dei primi soldati della Stella Rossa caduti in imboscate.
Seguono poi i suoi servizi sul fronte libanese nel 1983, la Palestina, la Cisgiordania e la striscia di Gaza nel 1987, il campo profughi di Jenin nel 2002, l’invasione dell’Iraq in Kuwait e la guerra del Golfo del 1990.
Ci sono poi i fatti di mafia e camorra, passando attraverso il palio di Siena e i matrimoni napoletani, fino alla Sardegna fuori dagli itinerari turistici.
Ha lavorato per testate come “Epoca”, “l’Europeo”, “Panorama”, “l’Espresso”, “Stern”, “Die Zet Magazin”, “Sunday Times Magazine”, “Paris Match”, “Figaro e Life”.
Tutto il suo lavoro è entrato nell’archivio, straordinaria cassaforte di emozioni, di esperienze, di incontri e di storie raccontate: fotografie viste e pubblicate all’epoca della loro realizzazione perché necessarie alla cronaca di un evento e fotografie rimaste nel cassetto in attesa di storicizzazione e di letture trasversali, preziose testimonianze di un modo di fare fotografia colto e impegnato.
Un lavoro che evidenzia la grande capacità di Cito di essere testimone di frammenti di storia, perfettamente in linea con l’edizione del Brescia Photo Festival 2024, che ha appunto per tema Testimoni.
Archivi in progress entra nel festival a pieno titolo attraverso un percorso di incursioni in questo deposito della memoria, portandoci a scoprire lo spessore del pensiero creativo di Francesco Cito e i suoi cambiamenti nel tempo.