Le opere dell’artista ed editore Ezio Gribaudo interrogano i modi in cui forma, linguaggio e materia continuano a modellarsi e ridefinirsi a vicenda
Il Museion di Bolzano ospiterà la mostra dedicata a EZIO GRIBAUDO. The Weight of the Concrete, fino al 1 settembre
Dal 3 marzo 2024 Museion di Bolzano rende omaggio all’artista ed editore torinese Ezio Gribaudo (1929–2022) con una mostra dal titolo The Weight of the Concrete.
La mostra, curata da Tom Engels e Lilou Vidal in collaborazione con Leonie Radine, è allestita in una speciale scenografia di Davide Stucchi, con opere sonore di Tomaso Binga, CAConrad, Bryana Fritz, Susan Howe e David Grubbs, Katalin Ladik, Hanne Lippard, Nat Marcus e Patrizia Vicinelli.
L’evento è prodotto dal Grazer Kunstverein in collaborazione con l’Archivio Gribaudo di Torino e con Museion.
La mostra intende ricordare la poliedrica carriera di Ezio Gribaudo, sia come artista che come editore, rivalutando il suo lavoro in un momento in cui molti giovani artisti e artiste lavorano in modo transdisciplinare e rigenerativo tra arti visive e applicate.
Il titolo della mostra è preso in prestito da Il Peso del Concreto (1968), un libro fondamentale che presenta i primi lavori grafici di Gribaudo, insieme a un’antologia di poesia concreta a cura del poeta Adriano Spatola.
Al centro di questa pubblicazione e dell’esposizione c’è l’emblematica serie di Logogrifi che l’artista ha sviluppato a partire dagli anni Sessanta, passando da rilievi su carta assorbente a rilievi in legno e polistirolo.
Nel corso della sua vita, i Logogrifi hanno costituito un rapporto strettamente intrecciato con l’attività di creatore di libri, nonché con la sua fascinazione per i nuovi processi di stampa industriale, i caratteri tipografici, i giochi linguistici e le matrici a rilievo.
Basati su enigmi linguistici o visivi, i Logogrifi sono simili a puzzle o a rompicapo che prevedono la formazione di nuove parole cambiando la lettera iniziale.
Nell’interpretazione di Gribaudo, un Logogrifo oscilla tra leggibilità e astrazione, a volte tendendo verso forme leggibili e altre volte scalando il mondo enigmatico in cui immagine e linguaggio si fondono.
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