Erede dello spirito surrealista/dadaista Enrico Baj ha lasciato opere dissacranti e dalle sottili implicazioni politiche, che esprimono tematiche ancora estremamente attuali
La Galleria Gracis di Milano presenta la mostra Soluzioni immaginarie, di Enrico Baj, a vent’anni dalla scomparsa
Presente sul mercato dell’arte dal 1959, originariamente nel settore dell’antiquariato, l’attività della galleria Gracis – Modern and Contemporary Art si è progressivamente orientata all’arte pittorica del Novecento, accreditandosi definitivamente nel moderno con l’apertura nel 2015 della sede londinese M&L Fine Art.
Fino al 23 dicembre 2023 la Galleria presenta nella sua sede milanese la mostra Enrico Baj. Soluzioni immaginarie, dedicata al grande artista milanese a vent’anni dalla morte.
Erede dello spirito surrealista/dadaista, Enrico Baj (1924-2003) sperimenta nell’arco della sua carriera tecniche e soluzioni stilistiche inedite, avvalendosi dei materiali più̀ disparati, come stoffe, medaglie, frammenti metallici, perline, lustrini, specchi e vetri colorati.
Le sue opere dissacranti, e dalle sottili implicazioni politiche, esprimono tematiche ancora estremamente attuali.
Il titolo della mostra fa riferimento alla Patafisica, ovvero “la scienza delle soluzioni immaginarie” coniata dal drammaturgo e poeta francese Alfred Jarry alla fine del XIX secolo, che tanto influenzerà̀ l’opera di Enrico Baj.
Essa è fondamentalmente la reinvenzione delle leggi che regolano la società̀ stravolgendone i codici acquisiti.
L’ironia e l’irriverenza di questa scienza, costituiscono per Baj “gli anticorpi dell’uomo contemporaneo contro l’oppressione e la massificazione della burocrazia”.
Si intuisce quanto il lavoro di Baj si sia basato proprio su questo assunto, con una lettura sempre ironica, ma estremamente pungente, nei confronti della contemporaneità̀.
Baj ha sempre rappresentato una feroce voce fuori dal coro e le sue opere risultano ancora oggi di un’assoluta attualità, opere la cui poetica è stata definita dal critico Crispolti “tipicamente ironica-contestativa-farsesca” delineando il profilo di un personaggio/artista che ha guardato al mondo con gli occhi di un bambino, in un continuo gioco di assimilazione e restituzione sarcastica e ironica del dato reale.
In mostra una serie di opere che raccontano la tendenza dell’artista ad antropomorfizzare la realtà̀.
Baj attua un recupero sistematico del genere del ritratto, nel quale il soggetto perde, però, ogni individualità̀, esso è svuotato di ogni psicologia, per essere rivestito di medaglie, onori e attributi dal vano significato.
Pomposi nomi affibbiati a personaggi effimeri, la cui importanza risiede solo nell’essere stati soggetti del ritratto stesso.
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