Uno splendido autunno d’arte

L’arte rifiorisce in autunno, grandi appuntamenti in Italia e non solo. Le mostre sembrano non risentire troppo della crisi. O meglio, snellite e ripulite da allestimenti talvolta faraonici, da ogni sovrastruttura non indispensabile, si propongono nella loro essenza ad un pubblico che sembra apprezzare questo sforzo, che è sforzo di ricondurre il tutto alla sostanza ed alla qualità. Ciò che ci attende, traguardata l’estate, è un programma di eventi qualitativamente molto alti e soprattutto molto attenti ad offrirsi in modo preciso ai diversi pubblici, cercando di coinvolgerli con l’eccellenza delle opere ma anche con la capacità di offrire percorsi espositivi effettivamente interessati e coinvolgenti. Vediamo alcune di queste proposte, annunciandole in ordine cronologico di data di apertura.
Dal 7 settembre, a Mantova, Palazzo Te propone una grande mostra su Pier Luigi Nervi, il più famoso fra gli ingegneri italiani del Novecento. Qui raccontato attraverso le sue realizzazioni nel mondo, con un focus particolare su una sua celebre opera per questo territorio: la Cartiera Burgo. Ai piedi dei colli parmensi, in quella casa scrigno di capolavori che è Villa Magnani Rocca a Mamiano di Traversetolo, dall’8 settembre, ampia retrospettiva su Graham Sutherland, con Bacon e Freud è nel trittico dei “grandi inglesi” del secolo appena trascorso. Attesissima, a livello internazionale, è la mostra “Da Guercino a Caravaggio” che a Milano, in Palazzo Reale, dal 18 settembre, ricorda scoperte e passioni di Sir Denis Mahon nel centenario della nascita.  Al Museo Archeologico Nazionale di Venezia, dal 21 settembre in mostra una selezione di grandi opere di Lynn Davis, una delle più raffinate fotografe della scena americana.

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Uno splendido autunno d’arte

L’arte rifiorisce in autunno, grandi appuntamenti in Italia e non solo. Le mostre sembrano non risentire troppo della crisi. O meglio, snellite e ripulite da allestimenti talvolta faraonici, da ogni sovrastruttura non indispensabile, si propongono nella loro essenza ad un pubblico che sembra apprezzare questo sforzo, che è sforzo di ricondurre il tutto alla sostanza ed alla qualità. Ciò che ci attende, traguardata l’estate, è un programma di eventi qualitativamente molto alti e soprattutto molto attenti ad offrirsi in modo preciso ai diversi pubblici, cercando di coinvolgerli con l’eccellenza delle opere ma anche con la capacità di offrire percorsi espositivi effettivamente interessati e coinvolgenti. Vediamo alcune di queste proposte, annunciandole in ordine cronologico di data di apertura.
Dal 7 settembre, a Mantova, Palazzo Te propone una grande mostra su Pier Luigi Nervi, il più famoso fra gli ingegneri italiani del Novecento. Qui raccontato attraverso le sue realizzazioni nel mondo, con un focus particolare su una sua celebre opera per questo territorio: la Cartiera Burgo. Ai piedi dei colli parmensi, in quella casa scrigno di capolavori che è Villa Magnani Rocca a Mamiano di Traversetolo, dall’8 settembre, ampia retrospettiva su Graham Sutherland, con Bacon e Freud è nel trittico dei “grandi inglesi” del secolo appena trascorso. Attesissima, a livello internazionale, è la mostra “Da Guercino a Caravaggio” che a Milano, in Palazzo Reale, dal 18 settembre, ricorda scoperte e passioni di Sir Denis Mahon nel centenario della nascita.  Al Museo Archeologico Nazionale di Venezia, dal 21 settembre in mostra una selezione di grandi opere di Lynn Davis, una delle più raffinate fotografe della scena americana.

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Pier Luigi Nervi in mostra a Palazzo Te

Approda a Mantova, allestita nelle Fruttiere della dimora gonzaghesca, la mostra Pier Luigi Nervi Architettura come Sfida, prima grande retrospettiva internazionale dedicata al più noto ingegnere italiano del ‘900. Frutto di un vasto progetto di ricerca, il complesso percorso attraverso l’opera di Nervi è scandito da dodici progetti-icona e si arricchisce di nuovi, in parte inediti, contenuti nella tappa mantovana, sottotitolata L’Industria e la Fabbrica Sospesa. Perché Nervi a Mantova? “Perché qui – afferma Angelo Crespi, presidente del Centro Internazionale d’Arte e di Cultura di Palazzo Te – Pier Luigi Nervi ha lasciato una delle sue opere più complesse e ardite dal punto di vista tecnico e architettonico, la Cartiera Burgo, la Fabbrica sospesa, appunto”. La mostra – che gode dell’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano e del Patrocinio di altre numerose istituzioni nazionali e internazionali – è un progetto espositivo itinerante che nasce dalla cooperazione tra l’Associazione Pier Luigi Nervi Research and Knowledge Management Project con sede a Bruxelles e il Civa (Centre International pour la Ville, l’Architecture et le Paysage) di Bruxelles, in cooperazione con il MAXXI/Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo e con la collaborazione del CSAC/Centro Studi e Archivi della Comunicazione dell’Università di Parma.  Global sponsor del progetto espositivo sono ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili), Italcementi, Permasteelisa Group e Loterie Nationale.

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Pier Luigi Nervi in mostra a Palazzo Te

Approda a Mantova, allestita nelle Fruttiere della dimora gonzaghesca, la mostra Pier Luigi Nervi Architettura come Sfida, prima grande retrospettiva internazionale dedicata al più noto ingegnere italiano del ‘900. Frutto di un vasto progetto di ricerca, il complesso percorso attraverso l’opera di Nervi è scandito da dodici progetti-icona e si arricchisce di nuovi, in parte inediti, contenuti nella tappa mantovana, sottotitolata L’Industria e la Fabbrica Sospesa. Perché Nervi a Mantova? “Perché qui – afferma Angelo Crespi, presidente del Centro Internazionale d’Arte e di Cultura di Palazzo Te – Pier Luigi Nervi ha lasciato una delle sue opere più complesse e ardite dal punto di vista tecnico e architettonico, la Cartiera Burgo, la Fabbrica sospesa, appunto”. La mostra – che gode dell’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano e del Patrocinio di altre numerose istituzioni nazionali e internazionali – è un progetto espositivo itinerante che nasce dalla cooperazione tra l’Associazione Pier Luigi Nervi Research and Knowledge Management Project con sede a Bruxelles e il Civa (Centre International pour la Ville, l’Architecture et le Paysage) di Bruxelles, in cooperazione con il MAXXI/Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo e con la collaborazione del CSAC/Centro Studi e Archivi della Comunicazione dell’Università di Parma.  Global sponsor del progetto espositivo sono ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili), Italcementi, Permasteelisa Group e Loterie Nationale.

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Il trionfo del bello alla Biennale di Antiquariato di Roma

Sarà veramente il trionfo del bello declinato secondo tutte le sfumature possibili quello che offrirà la ottava edizione della Biennale Internazionale di Antiquariato in programma a Roma, Palazzo Venezia dal 5 al 14 ottobre 2012. “Le primissime immagini delle opere che stanno pervenendo -afferma Luigi Michielon che della Mostra è il coordinatore- confermano che gli antiquari invitati hanno recepito il nostro invito a portare a Palazzo Venezia pezzi d’assoluta eccezione, con proposte trasversali per intercettare i diversi interessi del pubblico, dai pezzi di alta ed altissima epoca al secondo Novecento italiano ed internazionale, dalle arti maggiori, pittura e scultura, alle arti applicate.  Sarà una Biennale ricchissima e vivace, irrinunciabile per chi sappia già come orientarsi non meno che per un pubblico attento ma non specializzato, anche giovane, che voglia inserire un pezzo d’epoca o semplicemente una importante opere d’arte nell’arredo di design della propria casa o ufficio”. Pubblico e collezionisti di casa a Palazzo Venezia hanno sempre trovato sicurezza sull’autenticità e sulla qualità degli oggetti proposti accertata dalle gallerie stesse insieme al coordinamento scientifico della mostra mercato, oggi il comitato organizzativo con il suo Presidente Cesare Lampronti desidera rafforzare questa fiducia auspicando una non impossibile policy sulla garanzia del prezzo. Grand tour della Biennale di Roma, e non poteva essere diversamente, riserva uno spazio da protagonista anche all’archeologia, con proposte che non lasciano certo indifferenti, come il busto marmoreo di Herrinius, figlio dell’imperatore Decio, opera raffinata del terzo secolo, proposto dall’Antichità Valerio Turchi. Archeologia greco romana sarà anche la proposta della new entry galleria Cahn di Basilea. Sulla scultura dal Medioevo al Neoclassico, punterà anche l’allestimento della galleria Tomasso Brothers di Leeds e Londra. Molto spazio alla Biennale avrà la pittura di qualità, con proposte diversissime, con opere di notevolissimo rilievo per autore ma anche per qualità oggettiva. Molti i maestri classici proposti. Tra loro, una incantevole Madonna con bambino del giovane Lippi in mostra alla Galleria Moretti, uno stupendo il “San Pietro pentito”, vero capolavoro del Guercino proposto da Robilant e Voena o il raro Todeschini di grandiose dimensioni portato da Carlo Orsi. Tra le opere del nostro Ottocento, le due limpide vedute di Ippolito Caffi e quelle di Simone Pomardi della Galleria Antonacci, o gli affascinanti ritratti di Mario Cavaglieri che Robertaebasta espone insieme a Depero e ad un pezzo unico: un vaso Richard Ginori disegnato da Gio Ponti appositamente per l’Expo di Parigi del 1925.

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Il trionfo del bello alla Biennale di Antiquariato di Roma

Sarà veramente il trionfo del bello declinato secondo tutte le sfumature possibili quello che offrirà la ottava edizione della Biennale Internazionale di Antiquariato in programma a Roma, Palazzo Venezia dal 5 al 14 ottobre 2012. “Le primissime immagini delle opere che stanno pervenendo -afferma Luigi Michielon che della Mostra è il coordinatore- confermano che gli antiquari invitati hanno recepito il nostro invito a portare a Palazzo Venezia pezzi d’assoluta eccezione, con proposte trasversali per intercettare i diversi interessi del pubblico, dai pezzi di alta ed altissima epoca al secondo Novecento italiano ed internazionale, dalle arti maggiori, pittura e scultura, alle arti applicate.  Sarà una Biennale ricchissima e vivace, irrinunciabile per chi sappia già come orientarsi non meno che per un pubblico attento ma non specializzato, anche giovane, che voglia inserire un pezzo d’epoca o semplicemente una importante opere d’arte nell’arredo di design della propria casa o ufficio”. Pubblico e collezionisti di casa a Palazzo Venezia hanno sempre trovato sicurezza sull’autenticità e sulla qualità degli oggetti proposti accertata dalle gallerie stesse insieme al coordinamento scientifico della mostra mercato, oggi il comitato organizzativo con il suo Presidente Cesare Lampronti desidera rafforzare questa fiducia auspicando una non impossibile policy sulla garanzia del prezzo. Grand tour della Biennale di Roma, e non poteva essere diversamente, riserva uno spazio da protagonista anche all’archeologia, con proposte che non lasciano certo indifferenti, come il busto marmoreo di Herrinius, figlio dell’imperatore Decio, opera raffinata del terzo secolo, proposto dall’Antichità Valerio Turchi. Archeologia greco romana sarà anche la proposta della new entry galleria Cahn di Basilea. Sulla scultura dal Medioevo al Neoclassico, punterà anche l’allestimento della galleria Tomasso Brothers di Leeds e Londra. Molto spazio alla Biennale avrà la pittura di qualità, con proposte diversissime, con opere di notevolissimo rilievo per autore ma anche per qualità oggettiva. Molti i maestri classici proposti. Tra loro, una incantevole Madonna con bambino del giovane Lippi in mostra alla Galleria Moretti, uno stupendo il “San Pietro pentito”, vero capolavoro del Guercino proposto da Robilant e Voena o il raro Todeschini di grandiose dimensioni portato da Carlo Orsi. Tra le opere del nostro Ottocento, le due limpide vedute di Ippolito Caffi e quelle di Simone Pomardi della Galleria Antonacci, o gli affascinanti ritratti di Mario Cavaglieri che Robertaebasta espone insieme a Depero e ad un pezzo unico: un vaso Richard Ginori disegnato da Gio Ponti appositamente per l’Expo di Parigi del 1925.

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Follow FLUXUS! Il 15 settembre a Reggio Emilia

Fluxus è oggi un fenomeno da indagare in grandi mostre storiche e nel Cinquantenario del movimento la celebrazione maggiore la propone, non a caso, Reggio Emilia con Palazzo Magnani dal 10 Novembre 2012 al 10 Febbraio 2013. Non a caso perché proprio qui, in particolare a Cavriago, il movimento ebbe una delle sue “capitali”. Se la storia sarà istituzionalizzata nella grande mostra di Palazzo Magnani, lo spirito di Fluxus, che da mezzo secolo in questa terra è sempre stata carsicamente presente, riesploderà in un grande evento, il 15 settembre, trasformando Corso Garibaldi di Reggio Emilia (via sulla quale si affaccia Palazzo Magnani) in un corso d’acqua, ovvero il Crostolo, che qui scorreva e che tornerà al suo alveo di origine. “Tutto è arte, tutti possono farne. L’arte deve essere divertente, occuparsi di tutto ed essere accessibile a tutti” sosteneva George Maciunas, fondatore di Fluxus. Per questo all’happening sono attese migliaia di persone “per gettare e far fluire l’arte contemporanea” in mezzo alla gente in un abbraccio metaforico alla città.

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Fluxus è oggi un fenomeno da indagare in grandi mostre storiche e nel Cinquantenario del movimento la celebrazione maggiore la propone, non a caso, Reggio Emilia con Palazzo Magnani dal 10 Novembre 2012 al 10 Febbraio 2013. Non a caso perché proprio qui, in particolare a Cavriago, il movimento ebbe una delle sue “capitali”. Se la storia sarà istituzionalizzata nella grande mostra di Palazzo Magnani, lo spirito di Fluxus, che da mezzo secolo in questa terra è sempre stata carsicamente presente, riesploderà in un grande evento, il 15 settembre, trasformando Corso Garibaldi di Reggio Emilia (via sulla quale si affaccia Palazzo Magnani) in un corso d’acqua, ovvero il Crostolo, che qui scorreva e che tornerà al suo alveo di origine. “Tutto è arte, tutti possono farne. L’arte deve essere divertente, occuparsi di tutto ed essere accessibile a tutti” sosteneva George Maciunas, fondatore di Fluxus. Per questo all’happening sono attese migliaia di persone “per gettare e far fluire l’arte contemporanea” in mezzo alla gente in un abbraccio metaforico alla città.

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Le geometrie impossibili di Antonia Campi

Palazzo Sertoli, sede espositiva del Credito Valtellinese a Sondrio, e Palazzo Sassi de’ Lavizzari, sede del MVSA – Museo Valtellinese di Storia e Arte, dal 28 settembre al 18 novembre propongono un ampio omaggio ad Antonia Campi, per i novant’anni della celebre artista e designer che a Sondrio è nata. La mostra è prodotta e organizzata dalla Fondazione Gruppo Credito Valtellinese e curata da Anty Pansera e Mariateresa Chirico.
La mostra vuole mettere in luce la passione e la rabdomantica capacità che l’artista ha nello scegliere, impastare, fecondare le argille con cui crea e anima le sue opere. Artista e scultrice per formazione, Antonia Campi è approdata al design attraverso la Società Ceramica Italiana di Laveno, dove era entrata come operaia nel 1947 e di cui divenne direttore artistico negli anni sessanta. Nella manifattura all’epoca diretta da Guido Andlovitz, “Neto” Campi era entrata, giovanissima, dopo aver frequentato il Collegio delle Fanciulle e i corsi dell’Accademia di Brera, dove si è diplomata in scultura con Francesco Messina. Succeduta nel 1962 a Guido Andlovitz nella direzione della SCI, dal 1971 dirige il Centro Artistico unificato della SCI e della Richard – Ginori e in seguito il Centro Design della Pozzi – Ginori. In questo ruolo assume il compito di seguire l’intera produzione dell’azienda, dai servizi da tè e caffè, vasi, piatti, soprammobili ai sanitari e alla rubinetteria. Con lei, anche il bagno diventa uno spazio da vivere e non solo da utilizzare. Ecco i sanitari che sembrano creature dei boschi, che vivono di colori e forme nuove, che abbandonano quell’asettico e alla fine noioso rigore che li imbalsamava da sempre. Segnalata per il Compasso d’Oro e nel 2011 è stata insignita del Compasso d’Oro alla carriera per il progetto di utensili ancora oggi esposti al MoMa di New York e spesso presente sulle pagine di “Domus”, Antonia Campi si è dedicata alla progettazione in svariati settori, dai sanitari e piastrelle agli oggetti d’uso quotidiano, dalle porcellane artistiche alla sperimentazione di gioielli, riuscendo a reinterpretare in chiave originale il quotidiano e proporre oggetti in uso da sempre come vere e proprie sculture, cariche di una valenza estetica ben definita. Poi l’attenzione ai colori, con le celebri creazioni in bianco e blu dove i due toni divengono fantasmagoria di geometrie.

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Le geometrie impossibili di Antonia Campi

Palazzo Sertoli, sede espositiva del Credito Valtellinese a Sondrio, e Palazzo Sassi de’ Lavizzari, sede del MVSA – Museo Valtellinese di Storia e Arte, dal 28 settembre al 18 novembre propongono un ampio omaggio ad Antonia Campi, per i novant’anni della celebre artista e designer che a Sondrio è nata. La mostra è prodotta e organizzata dalla Fondazione Gruppo Credito Valtellinese e curata da Anty Pansera e Mariateresa Chirico.
La mostra vuole mettere in luce la passione e la rabdomantica capacità che l’artista ha nello scegliere, impastare, fecondare le argille con cui crea e anima le sue opere. Artista e scultrice per formazione, Antonia Campi è approdata al design attraverso la Società Ceramica Italiana di Laveno, dove era entrata come operaia nel 1947 e di cui divenne direttore artistico negli anni sessanta. Nella manifattura all’epoca diretta da Guido Andlovitz, “Neto” Campi era entrata, giovanissima, dopo aver frequentato il Collegio delle Fanciulle e i corsi dell’Accademia di Brera, dove si è diplomata in scultura con Francesco Messina. Succeduta nel 1962 a Guido Andlovitz nella direzione della SCI, dal 1971 dirige il Centro Artistico unificato della SCI e della Richard – Ginori e in seguito il Centro Design della Pozzi – Ginori. In questo ruolo assume il compito di seguire l’intera produzione dell’azienda, dai servizi da tè e caffè, vasi, piatti, soprammobili ai sanitari e alla rubinetteria. Con lei, anche il bagno diventa uno spazio da vivere e non solo da utilizzare. Ecco i sanitari che sembrano creature dei boschi, che vivono di colori e forme nuove, che abbandonano quell’asettico e alla fine noioso rigore che li imbalsamava da sempre. Segnalata per il Compasso d’Oro e nel 2011 è stata insignita del Compasso d’Oro alla carriera per il progetto di utensili ancora oggi esposti al MoMa di New York e spesso presente sulle pagine di “Domus”, Antonia Campi si è dedicata alla progettazione in svariati settori, dai sanitari e piastrelle agli oggetti d’uso quotidiano, dalle porcellane artistiche alla sperimentazione di gioielli, riuscendo a reinterpretare in chiave originale il quotidiano e proporre oggetti in uso da sempre come vere e proprie sculture, cariche di una valenza estetica ben definita. Poi l’attenzione ai colori, con le celebri creazioni in bianco e blu dove i due toni divengono fantasmagoria di geometrie.

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Dolomiti Contemporanee 2012

DC è un progetto d’arte contemporanea in cui curatori ed artisti vengono a cimentarsi con lo speciale ambiente dolomitico, costituito di natura e uomini, di spazio, roccia, aria (sottile) e progressioni verticali. Progetti ed opere si relazionano con le emergenze (non solo ambientali) di questa regione. Lo spazio fornisce dunque il materiale, soggetti, temi e pretesti agli artisti, che intavolano le proprie riflessioni. Una serie di interventi installativi viene realizzata in diversi luoghi specifici, individuati all’interno di quest’ambito territoriale alpino. Sass Muss, luogo “centrale” della prima edizione di DC non c’è più: l’arte ha smosso quel luogo dimenticato. Dall’ ex polo chimico in località Sospirolo, provincia di Belluno sono transitate, in poco più di due mesi, 10.000 persone. Una riscoperta che ha portato ad una “riconversione” poiché gli edifici, abbandonati da lustri, vengono ora affittati; l’arte, oltre ad essere se stessa, si è dimostrata anche utile per il rilancio del sito. In questi mesi, è continuato il lavoro di mappatura del territorio dolomitico, individuando altri siti dal grande potenziale, inutilizzati, frustrati, fermi; altre Sass Muss, in cui avviare altri progetti, a cui da mesi sta lavorando il team di curatori. Al tempo stesso si sono rafforzati i rapporti con le istituzioni, l’industria: i partner/sponsor che sostengono il progetto e che sono diventati 120.  Di questi nuovi siti e spazi, alcuni diventano il centro di DC NEXT, e vengono inaugurati nell’estate 2012.

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Dolomiti Contemporanee 2012

DC è un progetto d’arte contemporanea in cui curatori ed artisti vengono a cimentarsi con lo speciale ambiente dolomitico, costituito di natura e uomini, di spazio, roccia, aria (sottile) e progressioni verticali. Progetti ed opere si relazionano con le emergenze (non solo ambientali) di questa regione. Lo spazio fornisce dunque il materiale, soggetti, temi e pretesti agli artisti, che intavolano le proprie riflessioni. Una serie di interventi installativi viene realizzata in diversi luoghi specifici, individuati all’interno di quest’ambito territoriale alpino. Sass Muss, luogo “centrale” della prima edizione di DC non c’è più: l’arte ha smosso quel luogo dimenticato. Dall’ ex polo chimico in località Sospirolo, provincia di Belluno sono transitate, in poco più di due mesi, 10.000 persone. Una riscoperta che ha portato ad una “riconversione” poiché gli edifici, abbandonati da lustri, vengono ora affittati; l’arte, oltre ad essere se stessa, si è dimostrata anche utile per il rilancio del sito. In questi mesi, è continuato il lavoro di mappatura del territorio dolomitico, individuando altri siti dal grande potenziale, inutilizzati, frustrati, fermi; altre Sass Muss, in cui avviare altri progetti, a cui da mesi sta lavorando il team di curatori. Al tempo stesso si sono rafforzati i rapporti con le istituzioni, l’industria: i partner/sponsor che sostengono il progetto e che sono diventati 120.  Di questi nuovi siti e spazi, alcuni diventano il centro di DC NEXT, e vengono inaugurati nell’estate 2012.

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