La mostra di Raffaello Gambogi fa luce su un artista particolare con un progetto espositivo che è anche un’occasione per la valorizzazione culturale locale
Il Museo civico Giovanni Fattori di Livorno presenta la mostra Arte come rivelazione di Raffaello Gambogi, maestro dei Macchiaioli
Dedicato al suo più illustre artista, maestro dei Macchiaioli, il museo civico Giovanni Fattori ospita dal 18 novembre la mostra Raffaello Gambogi, Arte come rivelazione.
La mostra è promossa dal Comune di Livorno con il contributo di Fondazione Livorno.
Progettata e allestita dalla Cooperativa Itinera, in collaborazione con la Galleria 800/900 ARTSTUDIO Livorno/Lucca, la mostra è curata dalla storica dell’arte Giovanna Bacci di Capaci.
La mostra racconta il pittore livornese Raffaello Gambogi (1874-1943) a 80 anni dalla sua scomparsa e quasi 150 dalla nascita.
Lo studio su Gambogi, personaggio ancora poco conosciuto nel panorama artistico cittadino, avviene oggi lungo il doppio binario della sua vicenda artistica e umana.
Due sono pertanto i focus della mostra.
Da un lato la presentazione di un gruppo di opere di Elin Danielson, la pittrice nata in Finlandia e arrivata in Italia per studiare disegno, che condivise con Gambogi vita privata e professionale dando avvio ad una continua e reciproca contaminazione artistica che durerà fino alla morte di lei;
Dall’altra quello sull’arte come forma di cura, il fil rouge della storia personale del pittore, più volte ricoverato in manicomio per malesseri psichici.
Lo studio delle cartelle cliniche redatte nell’ex Frenocomio di San Girolamo di Volterra spiegano alcuni scenari etnografici presenti nei quadri ed estendono la ricerca oltre Gambogi stesso, seguendo il legame tra caratteristiche umane e mondo artistico, tra approccio all’arte come forma di cura ed espressione artistica come “rivelazione” della propria sofferenza.
Il percorso espositivo costituito da un totale di 34 opere si inserisce perfettamente al primo piano della struttura museale, dialogando in modo coerente con la collezione dei dipinti di Giovanni Fattori e del gruppo artistico dei Macchiaioli e postmacchioli che operarono in Toscana tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento.
