Il mito di Maria Callas raccontato in un inedito progetto espositivo a cent’anni dalla nascita
Il Museo teatrale Alla Scala presenta la grande mostra Fantasmagoria Callas, che celebra il centenario della nascita della celebre soprano
Presso il suo Museo teatrale il Teatro alla Scale rende omaggio al soprano Maria Callas (New York, 2 dicembre 1923 – Parigi, 16 settembre 1977) nell’ambito del programma CALLAS 100 per il centenario della nascita della grande artista.
Dal 17 novembre il Museo presenta infatti la mostra “Fantasmagoria Callas”, a cura di Francesco Stocchi con allestimento di Margherita Palli, un progetto espositivo inedito in cui il mito di Maria Callas è raccontato da cinque protagonisti del panorama artistico contemporaneo.
La mostra costruisce un itinerario articolato in cinque tappe dove ciascun capitolo è affidato a una diversa espressione artistica.
Attraverso l’interpretazione dello stilista Giorgio Armani, del musicista e compositore Alvin Curran, degli artisti contemporanei Latifa Echakhch e Francesco Vezzoli e del registra Mario Martone, la figura di Maria Callas emerge da una narrazione corale e multidisciplinare, pensata appositamente per l’occasione.
- Alvin Curran ha focalizzato la propria attenzione sulla voce di Maria Callas quale elemento fondante della sua figura, per costruire un’inedita composizione musicale tratta dalla vasta raccolta di registrazioni e concepita per restituire le stratificazioni del timbro che è sempre stato la cifra stilistica del soprano.
- Latifa Echakhch ha approfondito l’aspetto della presenza scenica di Maria Callas.
Oltre un sipario di perle bianche e rosse, al visitatore si rivela la sagoma fantasmatica del soprano, restituita come una visione di bellezza e fragilità oltre una cortina che evoca gli elementi della lacrima e del sangue.
- Francesco Vezzoli presenta un’installazione dove il volto di Maria Callas, stampato a laser su tela, si ripete per sessantatré volte.
Ogni fotogramma è arricchito da un ricamo metallico azzurro che richiama l’idea del make-up, costruendo una riflessione sul volto di scena del soprano e sulla relazione intima che costruiva con i personaggi che era chiamata a interpretare.
- Mario Martone si concentra sull’incontro tra Maria Callas e Ingeborg Bachmann, avvenuto a Milano nel 1956 in occasione di una prova de La Traviata.
La rappresentazione filmica, interpretata da Sonia Bergamasco, racconta l’impatto che l’incontro ha avuto sulla scrittrice e poetessa austriaca e realizza un ritratto profondamente umano della figura del soprano, raccontato non come diva da idolatrare ma come personalità profonda e singolare.
Giorgio Armani declina in forma visiva la voce di Maria Callas.
Nato per la collezione Giorgio Armani Privé del 2021, l’abito da sera rosso magenta presentato in mostra coniuga tessuto e corpo in una rappresentazione di intensità e grazia.
Una narrazione capace di evocare l’impronta indelebile che Maria Callas ha lasciato nell’immaginario collettivo e, insieme, di valorizzare l’eredità del soprano, che ha saputo coniugare canto e recitazione in una miscela unica che l’ha consegnata alla storia quale icona senza tempo.
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