Pur nella brevità della sua vita Piero Manzoni è una delle figure più rappresentative dell’arte italiana del dopoguerra
PIERO MANZONI Relazioni (im)possibili. Il fil rouge da Piero Manzoni a oggi – Mostra Soncino
SONCINO (Cremona) – Museo della Stampa Via Lanfranco, 6 /8
Dal 25/06 al 01/10/202
Il Museo della Stampa – Centro Studi Stampatori Ebrei Soncino ricevette la piena visibilità e il riconoscimento, da parte di tutte le istituzioni, nel 1988 in concomitanza con le celebrazioni, organizzate per ricordare un evento memorabile, i 500 Anni della Stampa della Prima Bibbia Ebraica completa avvenuta proprio a Soncino il 22 aprile 1488.
Da allora il Museo oltre che centro di studio e di valorizzazione della stampa è un centro culturale che offre alla città di Soncino eventi espositivi anche di rilevante spessore culturale.
Dal 25 giugno è in programma negli spazi del Museo una mostra dedicata ad un cittadino di Soncino che, pur nella brevità della sua vita, ha avuto un ruolo importante nella storia dell’Arte italiana del secondo Novecento, Piero Manzoni (Soncino 1933 -Milano 1963).
La mostra Piero Manzoni. Relazioni (im)possibili. Il fil rouge da Piero Manzoni a oggi, organizzata dalla Fondazione Piero Manzoni di Milano e la Pro loco APS di Soncino e curata da Demis Martinelli e Rosalia Pasqualino di Marineo, si propone di rendere omaggio all’artista a Sessant’anni dalla sua prematura scomparsa evidenziando le sue straordinarie relazioni artistiche.
I curatori hanno quindi deciso di invitare sedici artisti di oggi ad esporre con Piero Manzoni per indagare la relazione tra lui e alcuni artisti delle generazioni più recenti.
In mostra si incontrano pertanto opere di Sergio Breviario, Dario Buccino, Gianni Caravaggio, Nicolò Cecchella, Barbara Colombo, Massimo De Caria, Carlo Dell’Acqua, Paola Di Bello, Andrea Francolino, Carlo e Fabio Ingrassia, Giovanni Morbin, Liliana Moro, Cesare Pietroiusti, David Reimondo, Fabio Roncato e Skygolpe.
Cercare di scoprire l’eredità di uno dei capisaldi dell’arte italiana non è sempre facile né evidente.
Chi fa arte oggi certo conosce Manzoni e il suo lavoro, ma non sempre in modo esaustivo: anche perché è entrato profondamente nel DNA di questi artisti, così da non essere più giustamente riconoscibile e riconosciuto.
Dunque, quello che i curatori hanno cercato è proprio questo ‘sangue manzoniano’ che potrebbe scorrere in ciascuno dei sedici invitati.
Per alcuni di loro l’artista nato a Soncino è stato in qualche modo parte della propria biografia.
Il viaggio per arrivare alla realizzazione di questo progetto è stato lungo e non banalissimo.
La ricerca, profondamente condivisa con gli artisti invitati, nel tentativo di trovare l’opera di ognuno di loro che potesse essere messa in relazione con una di Manzoni, ha comportato incontri e scambi, in cui non è stato proprio netto il ruolo dei curatori, poiché la scelta è emersa dalla relazione con l’artista.
Sapere come pensa e vede Manzoni chi fa il suo stesso mestiere è oltremodo stimolante.
Il risultato ha portato a una rosa di opere molto diverse tra loro, per tecnica e significato, di cui circa una metà sono state create apposta per questa occasione; testimonianza quindi della varietà di strade che Manzoni ha in qualche modo percorso e precorso.
