Michel François fonda il suo lavoro sullo studio dei materiali, sulle risultanti degli equilibri e delle contaminazioni delle forme plastiche
MICHEL FRANÇOIS – NAPOLI – Alfonso Artiaco gallery – dal 1 aprile al 13 maggio 2023 – sculture disegni litografie
Alfonso Artiaco propone dal 1° aprile 2023 a Napoli una mostra dell’artista belga Michel François (1956) a pochi giorni di distanza da una grande antologica dedicatagli a Bruxelles dal museo Bozar, Centre for Fine Arts .
Come per l’antologica di Bruxelles la mostra di Napoli presenta un percorso di connessioni mutevoli che trasformano lo spazio che ospita la mostra in una estensione dello studio dell’artista.
Michel François fonda il suo lavoro sullo studio dei materiali, sulle risultanti degli equilibri e delle contaminazioni delle forme plastiche.
La realtà è di volta in volta messa in discussione dall’artista.
Questo viene fatto attraverso l’utilizzo di oggetti quotidiani estorti dal loro contesto e proposti con usi sempre differenti
Gli oggetti sono sospesi in una sorta di stato di perenne equilibrio e fragilità.
In mostra una serie di sculture, installazioni, disegni e litografie che ricreano una realtà modificata.
Gli opposti sembrano fluttuare in uno stato di bilanciamento precario, sempre teso a un possibile cambiamento.
L’esposizione si apre con la maestosa Golden Cage una gabbia rifinita interamente di fogli d’oro che con i suoi quattro metri quadrati occupa l’intera sala.
Di metallo sottile e con maglie grandi, l’opera apre a molteplici suggestioni legate all’idea di reclusione e di fuga perché, se pur dorata, resta sempre una gabbia.
Un’ambiguità di significato affidata al fruitore che ne deve decodificare il senso a seconda della sua sensibilità.
Di grande interesse anche l’opera Retenue d’eau sospesa al soffitto come un antico lampadario, composta dall’assemblaggio a grappolo di oltre duecento piccoli sacchetti trasparenti riempiti d’acqua legati a fili di nylon.
Il lavoro riassume molti dei temi legati alla scultura dell’artista fatta di tensioni fisiche, di vuoti, di pieni e di un bilanciamento di forze.
Elementi di uso comune che combinati assumono proporzioni monumentali e ricreano un effetto vetro, senza tuttavia utilizzarlo.
Accompagnata da disegni e stampe litografiche, la mostra si arricchisce di sedie assemblate in precario equilibrio, strisce di alluminio che con l’uso di magneti compongono sculture dalle linee sinuose e infine di mele bruciate che lasciano il segno del loro passaggio sui muri della galleria.
E ancora sospesi al soffitto quasi cinquanta palloncini impilati quasi a toccare terra.
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