L’artista siciliano Giuseppe Modica è tra i principali esponenti della pittura metafisica italiana del secondo Novecento
La Casa Museo Hendrik Christian Andersen di Roma ospita la mostra GIUSEPPE MODICA. Rotte mediterranee e visione circolare
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Dal 23 aprile al 15 settembre 2024 negli spazi della Casa Museo Hendrik Christian Andersen apre al pubblico la mostra Giuseppe Modica. Rotte mediterranee e visione circolare, a cura di Maria Giuseppina Di Monte e Gabriele Simongini.
Il progetto espositivo rientra tra gli eventi sostenuti dal PAC2022-2023 – Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura che ha permesso l’acquisizione al museo di due opere di Modica: Melanconia e Mediterraneo (2017, olio su tavola) e Rifrazione. Atelier (2020, olio su tela).
Nato a Mazara del Vallo nel 1953 Giuseppe Modica si è formato all’Accademia di Belle Arti di Firenze e fin dagli anni Ottanta la sua pittura suscita l’interesse del suo conterraneo Leonardo Sciascia che ne scrive sottolineando lo studio della luce e il rapporto tra la rappresentazione dei luoghi d’infanzia e il loro carattere surreale e trasognato e di Vittorio Sgarbi che gli dedica il testo per due personali a Palermo e Milano.
Docente dal 2004 all’Accademia di Belle Arti di Roma, Modica è oggi un artista affermato in ambito nazionale ed internazionale, tra i principali esponenti di una nuova metafisica nella pittura italiana del secondo Novecento.
Il percorso della mostra di Roma si snoda nella sala del primo piano della Casa Museo attraverso una ventina di olii su tela quasi tutti inediti realizzati negli ultimi anni nei quali, come scrive l’artista stesso: Il Mediterraneo non è inteso come una mitica Arcadia ma come un luogo segnato da plurime vicissitudini.
Nella mostra alla Casa Museo Hendrik Christian Andersen le opere esposte sono caratterizzate da atmosfere enigmatiche che indagano la pittura nelle sue varie articolazioni: da uno spazio misurato e fenomenico della superficie ad uno spazio illusorio ed immaginario della profondità.
In questo flusso circolare trovano un ruolo fondamentale il tempo, la luce e la memoria, nelle sue accezioni di memoria personale, culturale, antropologica.
Su tutto campeggia il blu perché per Modica “è il colore dell’atmosfera e della lontananza […] è anche il colore della spiritualità e della contemplazione. E poi con il blu si accendono tutti gli altri colori, come i rossi e gli ocra che sono l’energia vitale della luce. Il blu è un contrappunto necessario alla luce. È il colore del respiro, della libertà e della vastità del firmamento.