Louise Bourgeois è stata la prima donna ad avere una mostra personale al MoMA di New York
Galleria Borghese di Roma ospita la mostra LOUISE BOURGEOIS: L’inconscio della memoria, da giugno a settembre
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Il 21 giugno 2024 si apre alla galleria Borghese di Roma Louise Bourgeois: L’inconscio della memoria, mostra che rappresenta una nuova conversazione tra passato e presente che Galleria Borghese offre al suo pubblico.
La mostra è anche la prima esposizione a Roma di una delle artiste più influenti del Novecento, prima donna al mondo a ottenere un’esposizione al Moma di New York.
Nata nel 1911 a Parigi, Louise Bourgeois è una delle maggiori esponenti dell’Astrazione Eccentrica, movimento nato dall’omonima mostra del 1966 che forniva un’alternativa espressiva al minimalismo.
Il lavoro della Bourgeois è rivolto inizialmente alla pittura e al disegno di influenza surrealista, opere incentrate sui temi della solitudine, del danno e della riparazione, frutto di un’esperienza di vita segnata dalla figura del padre prepotente e impositore.
Fino al 1949 la sua attività artistica era prevalentemente dedicata alla pittura che abbandona per dedicarsi alla scultura e realizza opere crude cariche di rabbia e angoscia, corpi martoriati che ricordano le scene viste in ospedale dall’artista ancora bambina e sculture che trattano il tema della famiglia, del rapporto complesso col padre, dell’amore e dell’erotismo.
Le sue opere, realizzate fino a solo un anno prima della morte, nel 2010, sono il frutto di una sperimentazione lunga tutta la vita e raccontano la sua vita tormentata, disseminata di abbandoni e momenti di dolore.
Questa mostra storica esplora il profondo contributo della Bourgeois alla scultura, ponendo le sue opere in dialogo con la collezione storica e l’architettura unica della Galleria Borghese.
La selezione di oltre 20 opere scultoree ruota attorno ai temi della metamorfosi, della memoria e dell’espressione di stati emotivi e psicologici.
In questa occasione il rapporto tra arte antica e contemporanea diventa il fulcro di un dialogo ideale tra maestri di epoche e provenienze diverse, incoraggiando nuovi possibili modi di interpretare la storia dell’arte e il museo stesso.
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