Hanno vissuto a un secolo di distanza Francesca Woodman e Julia Margaret Cameron ma entrambe le donne hanno esplorato la ritrattistica per suggerire nozioni di bellezza, simbolismo, trasformazione e narrazione.
La National Portrait Gallery di Londra ospita la mostra fotografica FRANCESCA WOODMAN and JULIA MARGARET CAMERON: Portraits to Dream In
Dal 21 marzo 2024 nelle sale dedicate ad esposizioni temporanee della prestigiosa National Portrait Gallery è allestita la mostra Portraits to Dream In/ Ritratti in cui sognare di FRANCESCA WOODMAN e JULIA MARGARET CAMERON, due delle donne più influenti nella storia della fotografia.
Francesca Woodman (USA 1958 -1981) si è tolta la vita a soli 22 anni ma i suoi scatti, immagini sincere e a volte e brutali sulla condizione umana, l’hanno iscritta nell’olimpo della fotografia internazionale.
Sicuramente snodo cruciale per la formazione della sua estetica è stato l’anno trascorso a Roma tra il 1977 e il 1978.
L’allontanamento dalla famiglia, l’indipendenza e la scoperta di una città in cui poter respirare non solo l’eternità dei secoli ma anche il fermento creativo della contemporaneità grazie a movimenti artistici come la pop art italiana o le sperimentazioni di Mario Schifano permettono alla fotografa di raggiungere il suo apice.
Julia Margaret Cameron (India 1815- Sri Lanka 1879) scopre la fotografia in età avanzata per merito di un prezioso apparecchio fotografico che, alla soglia dei suoi cinquant’anni, le regala la figlia maggiore.
Si appassiona e si dedica al ritratto interpretato secondo il suo modo, che poi rispecchiava molto quello della pittura preraffaellita a lei contemporanea.
I suoi soggetti preferiti erano i bambini e gli adolescenti: nipoti e altri bambini venivano convinti a lunghe sessioni di posa con la promessa di un premio e via via Julia Margaret Cameron adattava su di loro atteggiamenti, pose, drappi, e anche piccole ali, coroncine, panneggi, così da farne delle visioni realistiche di idealizzazioni dell’infanzia e dell’innocenza.
Vissero a un secolo di distanza ma entrambe le donne hanno esplorato la ritrattistica oltre la sua capacità di registrare l’apparenza, utilizzando la propria creatività e immaginazione per suggerire nozioni di bellezza, simbolismo, trasformazione e narrazione.
La mostra propone più di 160 rare stampe vintage e ripercorre la carriera di entrambe le artiste suggerendo nuovi modi di guardare il loro lavoro e il modo in cui è stata creata la ritrattistica fotografica nel XIX e XX secolo.