L’artista francese Eva Jospin dà vita a composizioni plastiche anche di grande volume e dal forte impatto scenografico, attraverso l’uso di materiali poveri come cartone, fibre vegetali, parti metalliche, tessuto
Il Museo Fortuny di Venezia ospita la mostra EVA JOSPIN. Selva, aperta al pubblico dal 10 aprile al 24 novembre
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La mostra Selva dell’artista francese Eva Jospin (Parigi 1975), curata da Chiara Squarcina e Pier Paolo Pancotto in collaborazione con Galleria Continua di San Gimignano, è stata inaugurata presso il Museo Fortuny di Venezia il 10 aprile 2024.
La sua durata e la data della sua chiusura, il 24 novembre 2024, collegano inevitabilmente la mostra alla 60ma Esposizione internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, anche se non risulta classificata tra gli eventi collaterali.
Conclusi gli studi accademici a Parigi nel 2002, Eva Jospin ha consolidato la sua formazione con una ricca esperienza di residenza artistica all’Académie de France di Villa Medici a Roma nel 2016-2017.
Da sempre la sua ricerca trae ispirazione dalla natura in tutte le sue articolazioni semantiche e visive, vale a dire colta tanto nel suo stato originario quanto nelle molteplici interpretazioni iconografiche e iconologiche che ne sono state offerte nel corso del tempo.
Attraverso l’uso di materiali poveri – cartone, elementi e fibre vegetali, parti metalliche, tessuto – l’artista dà vita a composizioni plastiche anche di grande volume e dal forte impatto scenografico che evocano o ricreano a loro modo il mondo che è al centro dei suoi interessi.
Ricrea paesaggi, alberi, piante, rami, foglie, formazioni geologiche, brani di vegetazione, strutture architettoniche.
Esse hanno un tono fiabesco, a tratti misterioso, quasi magico e inducono a riflettere su vari temi: la creatività e i processi operativi, le questioni ecologiche e ambientali.
Le opere in mostra a Venezia, immaginate per l’occasione, dialogano non solo con il contesto storico e ambientale che le accoglie, Palazzo Pesaro degli Orfei, ma anche con le raccolte che custodisce, vale a dire la ricca e articolata produzione artistica di Mariano Fortuny, lasciando emergere impreviste, talvolta sorprendenti affinità estetiche e operative con la poetica del loro interprete.