Le sculture di Elif Erkan sono il risultato di combinazioni di materiali scultorei classici con elementi e iconografie del consumismo contemporaneo.
Elif Erkan – In the Off Hours
La galleria Renata Fabbri arte contemporanea nasce con l’obiettivo di mostrare a un pubblico sempre più interessato e attento le molteplici espressioni dell’arte contemporanea.
Dal 22 febbraio 2022 la galleria ospita la prima mostra personale in Italia dell’artista turca Elif Erkan.
Nata ad Ankara nel 1985 Elif Erkan vive e lavora oggi a Vienna, dopo un percorso di formazione a carattere internazionale (Laurea a Francoforte e Master in belle Arti a Los Angeles).
La ricerca artistica di Elif Erkan è rivolta alle strutture socioeconomiche, politiche e culturali della contemporaneità, di cui indaga le connotazioni emotive e psicologiche.
La sua produzione utilizza pertanto materiali scultorei tradizionali combinati a elementi e iconografie del consumismo odierno e delle sue dipendenze.
Mediante gesti seriali, di impressione, di accumulazione e rimozione, Erkan interviene in modo spontaneo sulla materia di cui si serve per creare le sue sculture, lasciando al comportamento irrazionale di questa, la facoltà di generare oggetti misteriosi ed accidentali.
Questi oggetti, apparentemente contraddittori ma accomunati da una delicata organicità, conservano e sublimano nel loro stato “compiuto”, l’impronta dell’azione trasformativa dell’artista, che ne ha definito la sembianza, rivelando, dietro un’illusoria solidità plastica, l’essenza transitoria e vulnerabile della stessa.
Alla galleria Renata Fabbri l’artista presenta una produzione di nuovi lavori che, legati a una sua esperienza personale su una nave da crociera, interrogano la presunta sostenibilità ambientale delle compagnie di navigazione turistiche.
Ad esse si ispira nell’interrogarsi sulle contraddizioni della comunicazione e le ipocrisie di attività che, animate dalla finalità del profitto economico nascondono con messaggi e inviti alla sensibilità ecologica, la loro reale disattenzione alla sostenibilità ambientale.
Allestite alle pareti della galleria, una serie di sculture realizzate con una plastilina biodegradabile il cui colore rinvia all’idea del mare e allude alla natura pericolosa e al contempo vitale della sua acqua.
In dialogo con queste, un gruppo di sculture dalla forma stalagmitica, disseminate sulla pavimentazione e composte di un amalgama di argilla, gesso e cemento, sembrano trasportare il visitatore nell’abisso del mare, nei recessi del pianeta terra, nel flusso incessante, silente e opulento, degli scarti globali.