Carol Rama è una delle figure femminili più interessanti nello scenario dell’arte italiana del Novecento
Palazzo Rhinoceros di Roma presenta la mostra CAROL RAMA. Appassionata, una singola opera grande della pittrice
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La Fondazione Alda Fendi – Esperimenti porta per la prima volta in mostra Appassionata, un capolavoro di Carol Rama del 1980, a palazzo Rhinoceros a Roma, l’hub culturale ideato da Alda Fendi e progettato da Jean Nouvel con la linea artistica di Raffaele Curi.
Il dipinto è al centro dell’esposizione inaugurata martedì 12 dicembre 2023 e si può̀ visitare fino al 20 gennaio 2024.
Con Appassionata di Carol Rama viene riproposta la fortunata formula espositiva di Rhinoceros che presenta al pubblico un capolavoro inedito nella Città Eterna, una sola e magnifica opera d’arte che si fa fulcro di un caleidoscopio di suggestioni.
Dopo l’Adolescente di Michelangelo, i Santi Pietro e Paolo di El Greco la Giovane donna cubista di Picasso provenienti dall’Ermitage, pietre miliari di questa linea di mostre, i riflettori si accendono ora sull’opera di Carol Rama, che proviene da una collezione privata.
Nell’idea di Raffaele Curi, che delinea la mostra, la poetica di Carol Rama si incontra con quella di Jean Nouvel, l’archistar progettista di palazzo Rhinoceros.
Uguali e contrarie, le due figure sono accomunate dal senso della povertà̀, della sofferenza e da una seduzione per la precarietà̀, che viene espressa dalla metafora del letto di ospedale.
CAROL RAMA (1918-2015) nata a Torino, si è appassionata d’arte da autodidatta capace di dialogare e stringere relazioni con alcuni dei nomi più noti dell’epoca da Felice Casorati a Italo Calvino da Massimo Mila a Corrado Levi.
I suoi acquerelli di donne nude, talvolta raffigurate con arti amputati o in sedia a rotelle, sono lavori che riflettono le angosce e le fantasie dell’artista che ha dovuto confrontarsi con aspetti traumatici della vita, come il suicidio del padre e la conseguente malattia psichiatrica della madre.
La crudezza anche erotica delle sue rappresentazioni fecero sì che la sua prima mostra nel 1945 a Torino venisse chiusa a causa della natura sensibile del tema e le sue opere venissero sequestrate dalle autorità.
Tuttavia qualcuno ha creduto in lei portando a Milano una prima mostra antologica curata dalla critica d’arte Lea Vergine cui seguirono poi i primi riconoscimenti internazionali.
Con la Biennale di Venezia del 1993 iniziò quindi un ciclo di importanti mostre presso prestigiose istituzioni fino alla sua morte ultranovantenne.