La Galleria Luce rappresenta da quarant’anni lo Spazialismo a Venezia
Galleria Luce di Venezia presenta la mostra ARMANDO MARROCCO: convergenze spaziali. Milano, Venezia e oltre
Da quasi quarant’anni la Galleria Luce alterna nelle vetrine del suo spazio espositivo, a fianco del Teatro la Fenice, Astrazione e Figurazione.
Inaugurata nell’autunno del 1983 con una personale di Riccardo Licata, la galleria ha scelto di rappresentare movimenti e artisti che particolarmente hanno trovato espressione in Laguna, quali lo Spazialismo, testimoniato dalle opere di maestri, tra cui Virgilio Guidi, Giuseppe Santomaso, Mario Deluigi, Edmondo Bacci, Gino Morandis, Tancredi, Saverio Rampin, movimento che ha avuto Peggy Guggenheim quale estimatrice e promotrice.
Dal 16 febbraio 2024 la galleria presenta ARMANDO MARROCCO: convergenze spaziali. Milano, Venezia e oltre, mostra curata da Michela Luce e Toti Carpentieri che conferma l’attenzione della Galleria per lo Spazialismo.
La Galleria propone una ventina di opere realizzate tra la metà degli anni ’60 e gli inizi degli anni ’70 e coincidenti con una sua ricerca improntata su spazio, tempo e visione; quindi Spazialismo, Cinetica e Optical art.
Nato in Puglia nel 1939 dove si diploma presso l’Istituto Statale d’Arte di Lecce nel 1959 e dove resta fino al 1962 come docente.
Nel 1959 aveva conosciuto Lucio Fontana e Pietro Manzoni e un mondo di ricerca artistica che lo convince a trasferirsi a Milano e dedicarsi a tempo pieno all’arte.
Intensa è la sua ricerca che lo porta a confrontarsi con l’Arte Programmata e Cinetica, ma anche con Land Art e Arte Comportamentale.
La sua prima personale a Milano nel 1966 si tiene alla Galleria Montenapoleone, cui segue un numero indefinito di mostre personali e partecipazioni a manifestazioni d’arte, tra cui Quadriennale di Rona e Biennale di Venezia.
La mostra alla Galleria Luce nasce dall’idea di ristabilire quel legame presente, evidente, ma all’epoca non sempre volutamente cercato, con quanto avveniva sia a Venezia che nella centralissima e propositiva Milano, dove l’artista si era trasferito poco più che ventenne.
Punto di convergenza allora di un nuovo sentire, che rende possibili oggi, a posteriori, fruttuosi e stimolanti confronti.
Dal gesto filosofico di Fontana alla ricerca della terza dimensione andando “oltre” la superficie della tela, allo spazio vissuto come evento nella fenomenologia del suo divenire di luce e colore dei veneziani Bacci e De Luigi, allo cosmografia di Marrocco impressa come traccia o impronta di un passato sempre vivo.
Nel lavoro di Marrocco si incontra una luce che diviene vibrazione e sembra riprodursi in forme e colori dal sapore pop.
Anni di ricerca in cui si mostra altrettanto sensibile alle tematiche ecologiche vissute come performance quando, tra ironia e provocazione, rende protagonista la formica, ripetendola fino ad annullarne la presenza e trasformandola in una sorta di nuova scrittura.