Stefano Tubaro presenta tre momenti della sua ricerca artistica sull’architettura dove la luce aiuta a leggere il suo percorso artistico ed esistenziale
Villa Manin di Passariano ospita la mostra fotografica di Stefano Tubaro Abitare la Luce, fino al 30 giugno
Si è aperta al pubblico il 16 marzo 2024 negli spazi di Villa Manin, una delle più maestose ville venete, la mostra fotografica di Stefano Tubaro dal titolo Abitare la luce.
Sin dagli inizi della storia della fotografia l’architettura, lo spazio sono protagonisti delle immagini.
Oltre alla volontà di documentarli, la scelta è legata anche a una questione di tempi di posa, che con questo tipo di soggetti erano liberi e potevano essere lunghi quanto serviva per rispondere alle aspettative del fotografo.
Stefano Tubaro (Codroipo 1960) nei suoi lavori sull’architettura, proposti in mostra, ha inserito forzatamente la luce così da creare una situazione altra in cui staticità e movimento sono in diretto confronto.
Vengono proposti lavori realizzati in tre momenti del suo percorso, Contrattempi (1997-2002 con un’appendice del 2015), Contrazioni (2010-2016) e Stanze fotogeniche (2019-2024).
In Contrattempi lo sguardo è rivolto ad architetture abbandonate nel territorio friulano e veneto del nord, in cui la memoria dei luoghi è determinante.
In Contrazioni Tubaro sviluppa una ricerca in digitale che gli permette di operare maggiormente sull’immagine con un’azione contraria a quella del tempo che ha deteriorato il soggetto.
In Stanze fotogeniche, infine, è la luce a disegnare le forme e il fotografo è attratto dalla bellezza stessa della forma.
Sono tre ricerche che potrebbero essere lette anche da un punto di vista esistenziale, che dalla dimensione esterna dei Contrattempi ci conduce a quella interna, più spoglia, più forte, più fisica delle Contrazioni, per giungere all’intimità de Le stanze fotogeniche, che nascono in un momento di perdita, di solitudine in cui la memoria individuale diviene collettiva e viceversa.