WILLIAM KENTRIDGE: Self-Portrait as a Coffee-Pot /Autoritratto come caffettiera

- DATA INIZIO: 17/04/2024

- DATA FINE: 24/11/2024

- LUOGO: VENEZIA - Arsenale Institute for Politics of Representation

- INDIRIZZO: Riva dei sette Martiri- Castello1430

- TEL: +49 322 23774510

L’artista sudafricano William Kentridge porta a Venezia una serie video che è, insieme, manifestazione di esperienza fenomenologica nell’era digitale e riflessione su ciò che potrebbe accadere nel cervello e nello studio di un artista

L’ Arsenale Institute for Politics of Representation di Venezia ospita la mostra WILLIAM KENTRIDGE: Self-Portrait as a Coffee-Pot

 

L' Arsenale Institute for Politics of Representation di Venezia ospita la mostra WILLIAM KENTRIDGE: Self-Portrait as a Coffee-Pot 
Locandina

 

Tra le mostre che arricchiscono l’offerta d’arte contemporanea a Venezia durante la Biennale numerose sono quelle che, pur non classificate evento collaterale della Biennale, si propongono con la medesima durata temporale della più antica e prestigiosa manifestazione internazionale d’arte contemporanea.

E’ questo il caso anche di WILLIAM KENTRIDGE: Self-Portrait as a Coffee-Pot/ Autoritratto come caffettiera, allestita nei locali dell’Arsenale Institute for Politics of Representation dal 17 aprile al 24 novembre 2024 e curata da Carolyn Christov-Bakargiev.

I locali che ospitano la mostra si trovano all’interno dell’Arsenale Institute for Politics of Representation di Venezia, diretto dal filosofo Wolfgang Scheppe, che è uno spazio dedicato a ricerche e mostre che si occupano di critica dello spettacolo e indagano la politica della rappresentazione nello spirito del Situazionismo, di cui Scheppe è esperto.

Nato a Johannesburg in Sudafrica nel 1955 William Kentridge è tra gli artisti che, negli ultimi decenni a livello internazionale, ha sviluppato con più coerenza una pratica artistica che unisca la riflessione politica alla dimensione poetica ed estetica, producendo film, installazioni, disegni, sculture, arazzi, spettacoli e scenografie teatrali in cui la memoria storica si fonde a una moltitudine di riferimenti alla musica, alla letteratura e al teatro.

I suoi film sono ambientati in zone industriali e minerarie di Johannesburg, emblema di abusi ed ingiustizie.

Le sue opere sono in gran parte costituite da riprese del disegno in divenire, un continuo cancellare e ridisegnare in un processo meticoloso che altera ogni disegno fino alla fine della scena.

Nonostante la storia del Sudafrica sia il soggetto centrale di molti dei lavori prodotti da Kentridge nel corso degli anni Novanta, la sua analisi critica e poetica delle dinamiche di potere trascende la specificità degli avvenimenti del suo paese per diventare un più ampio racconto sulla dimensione universale del sopruso e dell’emancipazione.

A Venezia l’artista sudafricano presenta in anteprima la sua inedita serie video, composta da 9 episodi di 30 minuti ciascuno.

Realizzate durante e dopo il Covid-19, le opere, nonostante fossero pensate per una fruizione esclusivamente online, saranno proiettate all’interno di uno spazio simile a quello dello studio dell’artista, a definire un ambiente liminale tra il pubblico e il privato.

ORARI DI APERTURA

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