Una straordinaria esposizione di vedute di Venezia proposte da raffinate incisioni.
Venezia nello specchio di rame I vedutisti del Settecento
Tipoteca Italiana è uno straordinario Museo della Stampa e del design tipografico, voluto e realizzato a Cornuda dai fratelli Antiga, raffinati tipografi ed editori della marca trevigiana.
Il Museo accoglie i visitatori in uno spazio di 3.000 metri quadrati, frutto della volontà di preservare e valorizzare il patrimonio tipografico italiano e la sapienza delle attività ad esso legate.
I materiali in esposizione raccontano la nascita e l’evoluzione di un mestiere d’arte – la stampa a caratteri mobili – che per 500 anni ha “rivoluzionato” la comunicazione e la cultura dell’uomo.
Oltre alla straordinaria collezione il Museo propone attività didattiche, incontri, laboratori e mostre specialistiche.
Sabato 8 ottobre è stata inaugurata la mostra Venezia nello specchio di rame. I vedutisti del Settecento a cura di Dario Succi che presenta una cinquantina di capolavori dell’arte incisa di maestri veneziani del vedutismo, che hanno dato forma a un ricchissimo repertorio di immagini della città.
I toni del bianco e nero delle acqueforti danno ancora più forza ai contorni delle facciate dei palazzi e dei personaggi che popolano le scene quotidiane.
Dalle stampe, impresse dalle lastre di rame, traspare una Venezia vivida e palpitante, proprio perché gli artisti avevano un legame diretto con la realtà della città e che le incisioni hanno saputo cogliere.
Attraverso le lastre esposte gli occhi del visitatore tornano a posarsi su una Venezia incantata, autentica e magistralmente immaginaria.
Come scrisse Piovene, «la potenza figuratrice del Settecento veneziano continua a servirsi di noi come d’inconsci testimoni: quando andiamo a Venezia continuiamo a guardarla con gli occhi d’un veneziano di due secoli fa. Si direbbe che la Venezia del Settecento non abbia segreti per noi, tanto minuziosamente ha documentato se’ stessa».
Tale coincidenza di sguardi deve molto allo straordinario fenomeno del vedutismo, un genere che nel Settecento conobbe la sua stagione trionfale e che a Venezia assunse valenze del tutto originali, perché seppe realizzare una fusione perfetta tra la particolarissima forma urbis e gli abitanti.
Sono in mostra opere di Luca Carlevarijs che, con la pubblicazione nel 1703 della raccolta Le Fabriche, e Vedute di Venetia disegnate poste in prospettiva e intagliate, è considerato il primo esponente del vedutismo veneziano.
Ci sono poi lastre di Domenico Lovisa, con la sua luminosità, di Antonio Visentini ricche di dettagli, di Michele Marieschi, con le sue ampie visioni del bacino di San Marco, di Bernardo Bellotto, con gli scenari di Dresda nonché di altri maestri incisori come Dionisio Valesi, Antonio Sandi, Giambattista Brustolon e l’ottocentesco Marco Moro.