Una mostra che testimonia non solo forme originali di espressione ed evoluzione artistica ma anche la conoscenza dello stato di fatto e di conservazione del paesaggio, tema del premio Burano.
Venezia e la sua Laguna. La Scuola di Burano e il Premio Burano (1946-56) – Mostra Venezia

VENEZIA – Fondazione Bevilacqua La Masa Galleria Piazza San Marco 71/c
Dal 17/03 al 30/04/2023
Burano è una delle isole della laguna di Venezia, famosa soprattutto per la tradizione dei Merletti, ma non solo.
Le origini della “scuola di Burano” risalgono al primo decennio del Novecento, quando l’Isola divenne meta preferita delle vacanze di alcuni pittori “foresti” e veneziani che condivisero ambiente di lavoro e soggetti di ispirazione.
Nasceva allora in laguna un nuovo Movimento artistico post-sintetista denominato, appunto, Scuola di Burano, formato spontaneamente per merito dei pittori Moggioli, Gino Rossi, Scopinich e Semeghini.
Esso fu caratterizzato, in sostanza, da opere d’arte che raffigurano la sintesi formale di un soggetto reale elaborato non come specchio della realtà, ma come ricordo o visione interiore.
Questo movimento vide il riconoscimento ufficiale con quattro edizioni del Premio che dall’isola prese il nome, bandite fra il 1946 e il 1956.
Ora la Fondazione Bevilacqua La Masa, nella sua prestigiosa sede espositiva di Piazza San Marco, ospita dal 17 marzo una mostra antologica delle opere degli artisti vincitori delle quattro annate storiche del Premio Burano, acquistate allora dal Comune di Venezia e conservate presso la Fondazione Musei Civici, contestualizzate all’interno di un panorama più ampio della pittura di paesaggio lagunare dei maestri fondatori della celeberrima e omonima Scuola.
Nelle sale della Fondazione Bevilacqua La Masa si alterneranno circa settanta opere, provenienti, oltre che dalla Fondazione Musei Civici, da numerose collezioni private.
La mostra intende anche portare qualche novità al vedutismo proto-novecentesco dei primi biennalisti, da Pieretto Bianco a Ferruccio Scattola, da Pietro Fragiacomo ai pittori triestini.
Ci saranno anche opere di Gennaro Favai che introdurrà alcuni esempi stranieri, visto che lui stesso visse a Parigi a contatto di Monet e Mondrian.
Di stampo interamente locale invece quei maestri nati e vissuti a Venezia, come Rodolfo Paoletti e Bepi Longo, che appaiono come spettatori dei fantasmi di una Venezia notturna.
La mostra si inserisce nell’ambito delle proficue collaborazioni tra la Fondazione Bevilacqua La Masa e la Fondazione Musei Civici di Venezia, tese a valorizzare dal punto di vista storico-artistico la pittura di area veneziana del Novecento, opere e autori le cui narrazioni si intersecano con la storia dell’Istituzione stessa.