100 opere sul tema iconografico del paesaggio negli autori italiani attivi tra Otto e Novecento.
PAESAGGI POSSIBILI. DA DE NITTIS A MORLOTTI, DA CARRÀ A FONTANA
A Lecco prosegue l’indagine sull’arte dell’Ottocento italiano.
Dal 17 luglio al 21 novembre 2021, nelle due sedi di Palazzo delle Paure e di Villa Manzoni, si tiene la mostra Paesaggi Possibili. Da De Nittis a Morlotti, da Carrà a Fontana.
Paesaggi Possibili copre un arco temporale che dall’epoca romantica giunge fino al secondo dopoguerra, e mette in luce i diversi approcci al paesaggio.
Un percorso di opere ove il paesaggio è come mimesi del vero, come luogo dell’immaginazione e del sogno, come simbolo, come proiezione del sé, come concetto spaziale.
Un percorso che rivela la progressiva tendenza all’astrazione che ha condotto la rappresentazione del paesaggio fino alle soglie dell’Informale e oltre.
La rassegna, curata da Simona Bartolena è prodotta e realizzata da ViDi – Visit Different, in collaborazione con il Comune di Lecco e il Sistema Museale Urbano Lecchese.
Sono in rassegna quasi 100 opere che evidenziano come il tema del paesaggio sia stato interpretato da grandi maestri italiani, quali, tra gli altri, Telemaco Signorini, Giovanni Fattori, Salvatore Lega, Gaetano Previati, Giacomo Balla, Carlo Carrà, Ennio Morlotti, Lucio Fontana.
Si tratta di un racconto che si snoda dalla classicità del paysage historique dei romantici all’indagine del vero dei macchiaioli, per giungere alle visioni divisioniste e alle sperimentazioni delle Avanguardie di inizio Novecento, fino alle soglie del contemporaneo, quando, con artisti come Morlotti e Fontana, il paesaggio si traduce in istinto emotivo o in concetto spaziale.
Anche se il tema Paesaggio è molto presente nelle arti visive di ogni tempo, la sua autonomia come genere pittorico autonomo è molto recente.
Fino al XIX secolo il paysage historique era infatti considerato nella funzione di sfondo scenografico per racconti mitologici, religiosi o storici
L’Ottocento è il secolo in cui il Paesaggio trova sè stesso, trasformandosi progressivamente da scenografia a luogo del vero, ripreso dal vero, luogo dell’anima, da spazio collettivo a spazio mentale.