Un mostra che fa conoscere i notevoli progressi dell’Italia nella salvaguardia del patrimonio storico artistico e l’importanza dell’istituzione dei Caschi blu della Cultura.
IL MONDO SALVERA’ LA BELLEZZA?
Mentre il pensiero oggi propone una visione del futuro in cui La bellezza salva il mondo, che significato può avere il titolo di questa mostra che inverte l’ordine e si chiede Il mondo salverà la bellezza?
Potrebbe sembrare una contraddizione ma non è così.
La prima domanda /convinzione indica la capacità della bellezza, intesa in tutte le sue forme e manifestazioni, dagli straordinari capolavori prodotti dal pensiero e dalle mani dell’uomo all’infinita varietà di bellezza presente nella natura, di stimolare il pensiero e l’agire dell’uomo verso un nuovo futuro per l’umanità, unica arma utile a salvare le nostre coscienze e saziare il nostro innato desiderio di bello.
La seconda domanda si chiede se l’umanità è in grado di salvaguardare e mettere in sicurezza questo immenso patrimonio, del quale l’uomo di oggi è solo custode, con l’impegno di poterlo trasmettere, potenziato e non impoverito, alle generazioni future.
La mostra vuole essere quindi non solo una esposizione di reperti recuperati dal Comando Tutela Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri ma anche una novità assoluta, nel panorama delle mostre.
Quella di presentare i sistemi di prevenzione e salvaguardia adottati dai Musei e dai luoghi della cultura di appartenenza statale.
L’esposizione è divisa in diverse sezioni, all’interno delle quali il visitatore sarà accompagnato alla scoperta di storie di recuperi, salvaguardia e tutela presentate in modo narrativo e per immagini.
Proteggere l’arte e la sua bellezza significa intervenire in scenari di emergenza dove il lavoro di salvaguardia diventa urgente e delicato.
Importante è l’impegno del MiC e del Comando TPC dei Carabinieri in aree del territorio nazionale interessate da eventi sismici e altre calamità naturali grazie all’istituzione dei Caschi Blu della Cultura.
I recenti terremoti dell’Abruzzo, del Lazio, delle Marche e dell’Umbria hanno messo in luce criticità, ma sono anche stati un ottimo campo di addestramento e il modello, d’intesa con la Protezione civile italiana e con l’UNESCO, è stato esportato in vari Paesi esteri.