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Giuseppe Tassi

Sharm el Sheikh. La perla del Mar Rosso

Sharm ti accoglie come un vecchio amico che non sa tradire

Sharm el Sheikh. La perla del Mar Rosso
Mmelouk, CC BY-SA 4.0 , via Wikimedia Commons
Mmelouk, CC BY-SA 4.0 , via Wikimedia Commons
Più la nebbia é fitta, nel grigiore di novembre, e più il pensiero corre al sole caldo e alle suggestioni di Sharm el Sheikh, la perla del Mar Rosso.
La ricordo così.
Sharm ti accoglie come un vecchio amico che non sa tradire.
Le sue braccia sono le folate calde del vento del deserto, la luna è il grande occhio di Allah, che veglia sul destino degli uomini, il mare la dolce inquietudine di vivere.
A Sharm ti senti incredibilmente a casa fra i piazzisti scatenati, nelle tende beduine, nel blu profondo abitato dai pesci più belli del mondo.
Questo sapore di Egitto non è solo folklore, è il passato prossimo della nostra stirpe, è la culla che ha ospitato l’alba dell’uomo.
I piedi solcano una sabbia rossa a grezza, mentre il sole ti morde le ossa.
Risali a nuoto la corrente, immerso in un mare di cristallo mentre un carosello di pesci colorati ti fa da strascico.
La folla della spiaggia é improvvisamente lontana e puoi dialogare con quell’acqua di sogno e i suoi muti abitanti.
Un posto di cartapesta inventato per i turisti, dicono in tanti, e invece trovo in questo lembo di Egitto una magia sottile, un diverso battito del tempo, scandito per distillare emozioni.
Come quando ti inoltri nella vecchia Sharm con il suo clima da città carovaniera, centro di traffici e commerci.

Oppure prendi le vie del deserto, cavalcando un quad, con la bocca e il capo coperti per difenderti dalla sabbia.

Solchi spazi infiniti, ti culli nel mistero di un luogo che ti prende il cuore.

E quando ti fermi al calar del sole nelle tende dei beduini, vorresti che quel the e quel senso di pace dell’anima non finissero mai.

Di Giuseppe Tassi

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