Storia del salvataggio di centinaia di sculture e dipinti tra i più famosi al mondo custoditi durante la Seconda guerra mondiale tra Poppi, Camaldoli e Soci di Bibbiena
Michelangelo Rapito, capolavori in guerra dagli Uffizi in Casentino – Mostra Arezzo
POPPI (Arezzo) – Castello dei Conti Guidi Piazza della Repubblica, 1
Dal 20/07/2023 al 28/01/202
Sarà aperta fino al 28 gennaio 2024 la mostra Michelangelo Rapito, capolavori in guerra dagli Uffizi in Casentino, inaugurata il 20 luglio 2023 presso il Castello Guidi a Poppi, inserito nell’elenco dei borghi più belli d’Italia, in provincia di Arezzo.
La mostra, curata da Alessia Cecconi, è promossa dal comune di Poppi con le Gallerie degli Uffizi nell’ambito del programma degli Uffizi Diffusi.
La mostra ricostruisce la rocambolesca vicenda che ebbe come protagoniste centinaia di opere d’arte degli Uffizi e dei musei fiorentini trasferite nel castello di Poppi durante la Seconda guerra mondiale, opere prima messe in salvo, poi in parte trafugate dai nazisti e alla fine recuperate.
Il Castello di Poppi, infatti, insieme al monastero di Camaldoli e a Villa Bocci di Soci, divenne fra il 1940 e 1944 lo scrigno di protezione per le opere d’arte.
Il progetto espositivo ricostruisce le vicende del patrimonio artistico toscano durante la guerra con un’attenta ricerca archivistica e iconografica che porta alla luce foto storiche, documenti mai pubblicati e filmati d’epoca, ma offre anche l’opportunità di un’esperienza emozionante, perché quelle stesse opere – compreso il Fauno perduto – attraverso la mostra immersiva e interattiva, sono tornate in via eccezionale all’interno del Castello per incontrare i visitatori.
Nelle casse ricoverate all’interno delle ex Scuderie del Castello, dove è allestita l’esposizione, erano state messe sotto protezione opere del valore della Madonna del Cardellino, autoritratto, la velata di Raffaello, laNascita di Venere del Botticelli, la Sacra Famiglia di Michelangelo (Tondo Doni), tra le altre.
Nella notte tra il 22 e 23 agosto 1944 un manipolo di soldati tedeschi riuscirono ad entrare nel castello e trafugarono 37 delle 420 casse che vi erano custodite, contenenti 200 opere.
Con un lungo lavoro di diplomazia che coinvolse Chiesa, soprintendenze, ministero, servizi segreti alleati le opere vennero recuperate.
Non c’era però la Maschera di fauno attribuita a Michelangelo del Bargello, opera ancora oggi di straordinario fascino e notorietà che dà il titolo alla mostra che non tornerà più a Firenze, come altre contenute nella cassa 17 come Ritratto di Ignoto di Hans Memling, la Vergine che allatta il Bambino e Santi di Pierino da Vinci.
La mostra, anche attraverso suggestive fotografie, inediti documenti d’archivio, filmati d’epoca racconta dunque l’appassionante storia del salvataggio di centinaia di sculture e dipinti tra i più famosi al mondo che vennero custoditi in Casentino.