In mostra a Firenze il tema del rapporto tra originali, repliche e derivazioni dei ritratti in bronzo di Michelangelo.
Michelangelo: l’effigie in bronzo di Daniele da Volterra
Nata nel 1784 in occasione della riorganizzazione dell’Accademia delle Arti, la Galleria dell’Accademia di Firenze custodisce alcune tra le più importanti collezioni di pittura e scultura al mondo: fra queste si annovera la statuaria michelangiolesca, con il celeberrimo David.
Dal 15 febbraio la Galleria ospita la mostra Michelangelo: l’effigie in bronzo di Daniele da Volterra.
Pittore e scultore, Daniele Ricciarelli, meglio noto come Daniele da Volterra (1509-1566) è noto come il “Braghettone“, soprannome attribuitogli dopo essere stato incaricato di ricoprire i nudi del Giudizio universale di Michelangelo Buonarroti considerati scandalosi.
La mostra esporrà per la prima volta tutti gli esemplari antichi dei ritratti in bronzo di Michelangelo attribuiti a Daniele da Volterra, affrontando il complesso rapporto tra originali, repliche e derivazioni.
Il problema dell’autografia dei ritratti bronzei di Michelangelo è avvertito da tempo nell’ambito degli studi di storia dell’arte: fatta eccezione per il busto di Casa Buonarroti a Firenze, rimasto per secoli di proprietà degli eredi, sussiste infatti una sostanziale incertezza circa l’autografia e la provenienza dei numerosi esemplari esistenti in varie collezioni italiane e straniere.
Recentemente, il restauro dell’esemplare conservato presso la Galleria dell’Accademia di Firenze ha permesso di identificare il secondo dei tre originali fusi da Daniele da Volterra nel 1565 e di rivedere alcune attribuzioni considerate certe fino a non molti anni fa.
La mostra offrirà inoltre l’opportunità di confrontare da vicino le opere per verificarne i rispettivi valori estetici e tecnici, anche attraverso una accurata campagna di indagini tecnologicamente innovative basate sulla scansione 3D.
La digitalizzazione delle forme e delle superfici consentirà infatti di creare dei modelli virtuali, utili per compiere un rigoroso raffronto tra le volumetrie dei vari pezzi, che potranno essere accostati e sovrapposti sullo schermo, per ricercare eventuali calchi o modelli comuni e distinguere gli originali dalle successive repliche.
Lo scopo principale dell’esposizione è quello di produrre il primo catalogo scientifico dei busti in bronzo attribuiti a Daniele da Volterra.
Nel catalogo confluiranno le ricerche finora eseguite e i risultati delle indagini diagnostiche, fornendo uno strumento indispensabile per gli studi del settore e per la conoscenza delle tecniche utilizzate da Daniele da Volterra nella fusione in bronzo.
Tra i risultati attesi, c’è inoltre quello di allestire un’accurata mappa della ‘tradizione’ dei busti di Michelangelo, individuando per quanto possibile autore, provenienza e caratteristiche delle varie riproduzioni.