Mario Cresci è tra i primi della sua generazione in Italia ad applicare e coniugare la cultura del progetto alle sperimentazioni sui linguaggi visivi
Presso MAXXI di Roma, fino al 1° ottobre 2023: scopri l’opera di Mario Cresci (Chiavari 1942). A cura di Marco Scotini con Simona Antonacci.
- ROMA – MAXXI
- Fino al 1° ottobre 2023
- A cura di Marco Scotini con Simona Antonacci.
Fino al 1° ottobre 2023 è visitabile negli spazi del Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo / MAXXI di Roma la mostra MARIO CRESCI. Un esorcismo del tempo, a cura di Marco Scotini con Simona Antonacci.
Nato a Chiavari nel 1942 Mario Cresci è tra i primi della sua generazione in Italia ad applicare e coniugare la cultura del progetto alle sperimentazioni sui linguaggi visivi.
La sua complessa opera affonda le proprie radici in studi multidisciplinari a partire dal 1964, anno in cui inizia a frequentare il Corso Superiore di Disegno Industriale a Venezia.
Nel 1968 si trasferisce a Roma dove entra in contatto con Pascali, Mattiacci e Kounellis.
Scopri l’opera di Mario Cresci
Fotografa Boetti e il gruppo dell’arte povera torinese durante l’allestimento della mostra Il percorso, a cura di Mara Coccia presso lo Studio Arco d’Alibert.
A partire dagli anni Settanta ibrida lo studio del linguaggio fotografico e la cultura del progetto con l’interesse per l’antropologia culturale, realizzando in Basilicata progetti centrali per lo sviluppo della fotografia in Italia, tra cui ricordiamo il libro Matera, immagini e documenti del 1975.
La mostra al MAXXI presenta oltre 350 opere vintage che raccontano la ricerca del fotografo nei vent’anni di attività in Basilicata, dalla metà degli anni ’60 alla metà degli anni ’80.
A cura di Marco Scotini con Simona Antonacci
In questo contesto storico e geografico Mario Cresci sviluppa il suo personale approccio antropologico “sul campo”, contribuendo attivamente ai cambiamenti sociali, urbanistici e culturali in corso in quegli anni nella regione.
Nelle opere in mostra gli interni di abitazioni, le persone, gli spazi urbani, elementi architettonici ed oggetti della tradizione lucana si manifestano per evocare un orizzonte simbolico collettivo al contempo arcaico e contemporaneo.
Temi ricorrenti nella ricerca fotografica di molti autori, come presenza e assenza, percezione del tempo, interpretazione della realtà, appaiono nelle opere di Cresci in una chiave inedita.