Pittrice parigina di adozione ma americana di nascita Shirley Jaffe supera la gestualità dell’espressionismo astratto americano per approdare ad un’arte astratta molto personale.
La dation Shirley Jaffe
Nel 1969 il presidente Georges Pompidou decise di dotare Parigi di un grande centro per l’arte e la cultura in grado di ospitare in un unico edificio il Museo Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, una grande biblioteca pubblica, un centro di ricerca e creazione musicale.
La costruzione iniziò nel maggio 1972 con alla guida due giovani architetti, Renzo Piano e Richard Rogers. E si è conclusa con l’inaugurazione nel 1977.
Oggi il Centre Pompidou è una delle più importanti e prestigiose istituzioni per l’arte contemporanea a livello internazionale.
Dal 20 aprile 2022 è in programma al Centro Pompidou una mostra personale dell’artista americana Shiley Jaffe (1923-2016).
Nata in America Shirley Jaffe si è trasferita definitivamente a Parigi neppure trentenne.
Qui ha conosciuto artisti che le hanno fatto scoprire gli esiti francesi dell’Espressionismo astratto americano.
Negli anni Cinquanta la sua pittura trabocca di grande energia gestuale; i colori accesi sono lavorati a pennellate larghe.
Si allontana dall’espressionismo astratto, gestuale e materialista che lei considera ormai logora retorica e prende una strada tutta sua.
Alla sua morte nel 2016, Shirley Jaffe ha lasciato un’opera astratta molto ricca, di cui una significativa serie, donata allo Stato francese, è stata ricevuta dal National Museum of Modern Art nel 2019.
Questa mostra inedita si sofferma sul modo in cui l’artista ha dovuto rinunciare alla gestualità per portare una tensione sempre maggiore alla sua esperienza artistica
In una teca sono esposti preziosi appunti di bottega presi dall’artista per ogni suo quadro con il materiale d’archivio raccolto in studio.