Due artisti che si ritrovano nel terreno comune di una indagine intima, esistenziale, nelle pieghe dell’anima, negli intrecci di relazioni ed emozioni, di dialoghi e parole non dette; in un tempo sospeso, di equilibri precari.
IMPERMANENZE I tanti volti dell’Io nelle opere di Simona Ragazzi e Raffaele Mazzamurro
BOLOGNA – Spazio b5 Vicolo Cattani, 5b
Dal 30/10 al 2/11/2022
Spazio b5 Studio Store Creativo è nato nel 2018 nel centro di Bologna da un’idea di Lorena Zuñiga Aguilera e Michele Levis.
Due professionisti che hanno messo a disposizione le proprie esperienze per trasformare un’ex galleria d’arte in uno spazio dedicato ai creativi.
Uno spazio che sia la vetrina per artisti e designer più o meno affermati.
Domenica 30 ottobre Spazio b5 apre IMPERMANENZE. I tanti volti dell’Io nelle opere di Simona Ragazzi e Raffaele Mazzamurro, mostra a cura di Emanuela Agnoli.
La perenne trasformazione della natura e dell’essere umano, con le sue continue metamorfosi, è il “fil rouge” che lega le diverse forme espressive di questi due artisti bolognesi, figurativa l’una e informale l’altro: un percorso che si dipana tra dipinti su carta, opere scultoree e fotografiche.
L’esposizione vuole raccontare, attraverso una selezione di oltre 20 lavori le tante sembianze dell’Io, con le sue continue metamorfosi.
Ragazzi e Mazzamurro operano, così, un’indagine retrospettiva ricca di emozioni sulla continua trasformazione dell’essere umano e della natura, fatta di relazioni, di attese e silenzi, di equilibri precari.
L’approccio utilizzato dai due artisti è visibilmente differente: da un lato la Ragazzi propone un’arte figurativa, dall’altra Mazzamurro risulta essere più informale.
I due diversi linguaggi artistici hanno, però, molteplici similitudini intellettuali ed espressive che generano un’interessante intesa mentale, la quale indurrà il visitatore della mostra a riflessioni uniche e intime.
Simona Ragazzi (Bologna 1969), approfondisce il tema dello scorrere del tempo e del cambiamento attraverso lavori scultorei in argilla e terracotta smaltata, fotografie e installazioni.
Al centro del suo lavoro figurativo ci sono gli esseri umani, uniti e accomunati da un perenne stato di evoluzione tra sentimenti e ricordi.
Raffaele Mazzamurro (Bologna 1961) sceglie un linguaggio materico caratterizzato dai toni forti e drammatici.
Nella sua arte Mazzamurro assembla listelli di legno di abete con colla e chiodi per poi bruciarli.
Un percorso denso di significati: la cenere simboleggia la caducità e la morte, mentre il fuoco rappresenta la forza creatrice capace di trasformare e rigenerare la materia.