I segni di un popolo antichissimo e misterioso che intorno al 1000 a.C. arrivò in Sicilia per fermarsi nel territorio trapanese.
I Troiani di Sicilia. La terra e le città degli Elimi
Organizzata dal Parco Archeologico di Segesta in collaborazione con la Scuola Normale Superiore (SNS) di Pisa e la Fondazione Ettore Majorana è aperta fino al 3 novembre la mostra I Troiani di Sicilia. La terra e le città degli Elimi.
La mostra gode del sostegno dell’Assessorato Regionale dei Beni Culturali della Sicilia ed è dedicata al misterioso popolo degli Elìmi, che per Tucidide e Virgilio erano profughi dell’epica guerra di Troia.
Secondo altri storici gli Elimi sarebbero stati una popolazione arrivata in Sicilia dall’Italia.
La cosa certa è che gli Elimi sono popolazione non greca, come dimostrano le iscrizioni di talune monete di Segesta, e sarebbero venuti in Sicilia in epoca antichissima.
Con un’origine contesa tra mito e storia, gli Elimi sono ad oggi la popolazione più misteriosa fra quelle vissute in Sicilia, intorno all’anno 1000 a.C., nella vallata del Belìce nei centri di Erice, Segesta, Entella, Poggioreale e Salemi, come documentano scavi antichi e recenti.
La mostra, come espressamente indicato dal titolo, opta per l’ipotesi “troiana” ed è ospitata nelle sale dell’Istituto Wigner-San Francesco di Erice, sede del Centro Studi Ettore Majorana.
Un’esposizione articolata in due tempi, per un progressivo avvicinamento alla conoscenza di questa comunità̀ che tremila anni fa scelse l’entroterra trapanese per mettere radici.
Dapprima un’esposizione fotografica, con quaranta stampe di grande formato: ampie vedute aeree che, quasi fosse una perlustrazione geografica con Google Earth, consentono ai visitatori di mappare dall’alto territori e paesaggi abitati dagli Elimi, esplorando ossature di edifici e spettacolari monumenti eretti da questa antica popolazione.
A seguire si entra nel vivo delle tracce lasciate dalla comunità̀ degli Elimi con una mostra di reperti archeologici – statuette votive, decreti, epigrafi, mensole – provenienti dal museo di Contessa Entellina o dai depositi del Parco di Segesta e mai esposti.
Reperti importanti che documentano la cultura dei “Troiani di Sicilia”, le loro abitudini, i culti e le divinità̀ oggetto di venerazione.
