L’artista egiziano utilizza video, scultura, fotografia, intervento in situ, musica, letteratura di fantasia, grafica per rappresentare la sua interpretazione del mondo
Hassan Khan – Blind Ambition
Nel 1969 il presidente Georges Pompidou decise di dotare Parigi di un grande centro per l’arte e la cultura in grado di ospitare in un unico edificio il Museo Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, una grande biblioteca pubblica, un centro di ricerca e creazione musicale.
La costruzione iniziò nel maggio 1972 con alla guida due giovani architetti, Renzo Piano e Richard Rogers. E si è conclusa con l’inaugurazione nel 1977.
Oggi il Centre Pompidou è una delle più importanti e prestigiose istituzioni per l’arte contemporanea a livello internazionale.
Dal 23 febbraio 2022 l’artista egiziano Hassan Khan è invitato ad allestire nella Galleria 3 un evento espositivo unico: un approccio retrospettivo che dà origine a una nuova organizzazione di tutto il suo lavoro, che è profondamente plurale.
Artista, musicista e scrittore, nato a Londra nel 1975, Hassan Khan vive e lavora al Cairo.
Ha pubblicato numerosi testi in arabo e in inglese.
Come musicista ha composto colonne sonore per il teatro ed eseguito i propri pezzi.
L’opera di Hassan Khan è stata presentata, tra le altre, nell’VIII Biennale di Istanbul (2003), nella prima Triennale Torino (2005), nella XV Biennale di Sydney (2006); nella prima Biennale d’arte contemporanea di Salonicco in Grecia (2007) e più recentemente nell’8° Manifesta, Murcia, Spagna (2010).
Per osservare le tensioni, le energie e le relazioni di potere che definiscono l’atmosfera del tempo, Hassan Khan utilizza infatti tutti i dispositivi: video, scultura, fotografia, intervento in situ, musica, letteratura di fantasia, grafica.
Questa varietà produce situazioni inaspettate in cui l’incongruenza e il lavoro da sogno porta un gustoso carico critico.