Gregorio Botta un artista della materialità degli elementi in un’epoca dominata dal virtuale e incorporeo digitale
GREGORIO BOTTA: E’ MATERIA DELICATA
Aperta nel 1989 la galleria Peola Simondi segue il lavoro di artisti italiani e stranieri contemporanei, emergenti e già affermati.
È particolarmente attenta alle nuove tendenze che trovano personali soluzioni narrative nell’impiego dei diversi mezzi espressivi, dalla fotografia alla pittura ai video alle installazioni.
Dal 22 settembre la galleria ospita una mostra personale di Gregorio Botta.
Nato a Napoli nel 1953 Botta vive e lavora a Roma.
Nel suo lavoro di ricerca l’artista tenta di dare una definizione di forma e di materia.
Egli si interroga continuamente sul definire la consistenza della superficie, si chiede quale sia la materia che costituisce il mondo sensibile e quale sia invece quella del mondo invisibile.
Le sue opere sono frammenti in continua tensione; ogni elemento è strutturale, nulla è accessorio: sono vive, è come se vibrassero nella loro essenzialità.
Gregorio Botta tenta di fissare l’ineffabile, di rendere percettibile, non solo alla vista ma anche a tutti i sensi, ciò che richiede attenzione primaria, ovvero l’insieme di quelle realtà parallele e che ci avvolgono, uscendo dal tempo e dallo spazio.
La mostra di Torino, che segue quella alla galleria nazionale di Roma nel 2020, mostra il modo in cui Botta lavora i materiali.
Egli usa elementi che abbiano un legame antico con l’uomo, che siano in qualche modo inscritti nel nostro Dna culturale, come la cera, il piombo, il vetro, l’acqua, il ferro, il fuoco, il marmo, ultimamente anche foglie e erbe e fiori o la carta di riso.
Tutte materie trasformate in qualcosa di più leggero, di aereo, di sospeso, che ci parlano della nostra fragilità.
La fruizione dei suoi lavori si connota come esperienza rituale, che parte dal coinvolgimento dei sensi, accede a un livello filosofico e poi diventa nostalgia di ciò che si è perduto, dimenticato.
La pelle delle opere di Botta respira e pulsa: le creature è come se avessero gli occhi chiusi, è come se fossero dormienti e sognassero veggenti rivelazioni oracolari.