Torna alla galleria Stein dopo quasi cinquant’anni Paolini, artista concettuale immerso nella classicità.
GIULIO PAOLINI. Qui dove sono
Nel 1967 un giovane promettente Giulio Paolini (Genova 1940) esponeva per la prima volta nei locali milanesi della galleria Christian Stein.
Ora a quasi cinquant’anni da quella data Paolini ritorna nella stessa Galleria per rendere un dovuto omaggio a chi allora dimostrò di credere in lui.
Oggi Giulio Paolini, pittore e scultore, è uno dei più rappresentativi artisti italiani nell’area dell’arte concettuale.
Dal 1967 al 1972 Germano Celant, il teorico del movimento artistico dell’Arte Povera, invitò più volte Paolini alle sue mostre anche se Paolini non aderì mai realmente ai principi di quel movimento, dimostrando una sua visione artistica che guarda alla storia dell’arte e agli artisti che lo hanno preceduto.
Sintomatico della sua visione dell’arte è stata la partecipazione alla Biennale di Venezia del 1970 con l’opera Elegia, in cui egli utilizzo un calco in gesso di un soggetto antico, in quel caso un calco dell’occhio del David di Michelangelo.
I suoi lavori non finiscono mai di destare stupore, qualunque mezzo egli usi nella realizzazione.
Egli usa infatti collage, fotografie, cornici, sculture in gesso e drappi per rappresentare mondi fatti di ricordi personali e citazioni classiche.
Nelle sue opere i tempi, passato-presente-futuro,si incontrano e dialogano.
Alla Galleria Stein l’artista presenta un gruppo di cinque opere realizzate dal 1987 a oggi.
Campeggia a centro sala In volo (Icaro e Ganimede) calco in gesso di Ganimede di Benvenuto Cellini del 2020 a dimostrazione della grande attenzione di Paolini per una classicità che egli reinterpreta come una meditazione autoriflessiva sulla dimensione dell’arte, sulla sua “classicità” senza tempo e sulla sua prospettiva senza punto di fuga
