Giulia Andreani rappresenta le sue figure con una pittura “acquerellata”, in un campo cromatico ristretto, tra il grigio e il blu.
Giulia Andreani: Pigs and Old Lace (Maiali e merletti antichi)
Fondata a Stoccarda nel settembre 1974 la galleria Hetzler + Kellersi è subito posta alla ricerca della propria identità e ha esposto opere di Hanne Darboven, Rebecca Horn, Mario Merz, David Rabinowitch, Klaus Rinke, Ulrich Rückriem e altri.
Dal 24 settembre la galleria ospita la mostra Pigs and old lace personale dell’artista italiana Giulia Andreani.
Giulia Andreani è nata nel 1985 a Mestre (Venezia), in Italia.
Vive e lavora a Parigi e a Montrouge.
Dopo essersi formata presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia, Giulia Andreani si trasferisce a Parigi dove studia Storia dell’arte contemporanea all’Università Paris IV-Sorbonne
Nella sua pittura, Andreani ripropone cimeli personali e fotografie d’archivio per affrontare storie dimenticate, spesso attraverso un obiettivo femminista.
L’artista utilizza l’acquerello e l’acrilico per riprodurre, alterare e combinare i motivi di queste fotografie generando nuovi strati di significato.
Andreani dal 2010 ha creato un suo personale «atlante », una sorta di giornale costituito da un insieme di immagini e documenti : archivi storici, still frames, foto di famiglia, che costituiscono la matrice di un’opera in costante sviluppo.
Come avviene per un albero genealogico, in cui alcuni rami muoiono ed altri sopravvivono, certe immagini acquisiscono un’ importanza crescente: esse vengono selezionate, ricomposte e riprodotte su tela, attraverso il filtro soggettivo di una pittura “acquerellata”, in un campo cromatico ristretto, tra il grigio e il blu.
Giulia Andreani mette, così, a confronto la Storia con la sua dipendenza dall’immagine, segnando le lacune della memoria collettiva.
In questo modo Andreani presenta un lavoro figurativo non contaminato dall’artificio e dal potere del colore pittorico.
Pigs and Old Lace presenta nuovi dipinti e opere su carta di donne pioniere: tra le altre, la scultrice afroamericana Augusta Savage, l’autrice italiana Elsa Morante e l’attivista per il controllo delle nascite Marie Stopes.