Artiaco riconferma il suo particolare interesse per l’Arte Povera riproponendo una mostra di uno dei suo principali esponenti, Giovanni Anselmo.
GIOVANNI ANSELMO
Alfonso Artiaco era un collezionista raffinato che aveva raccolto opere di artisti come Carlo Alfano, Alighiero Boetti, Joseph Beuys, Enzo Cucchi, Luciano Fabro, Nino Longobardi, Luigi Ontani, Giulio Paolini, Mario Schifano, Andy Warhol.
Nel 1986 ha deciso di aprire una Galleria d’arte prima a Pozzuoli e poi Napoli nella quale ha trasferito il suo intuito e la sua competenza nell’arte contemporanea, evidenziando un forte interesse per l’Arte Povera, concettuale, minimale.
Dal 18 gennaio la galleria presenta una mostra personale di Giovanni Anselmo.
Nato a Torino nel 1934, dove ancora vive e lavora, Giovanni Anselmo è considerato uno degli artisti leggendari nella storia dell’arte contemporanea che fu inserito tra i primi nella cerchia dei fondatori del movimento di Arte Povera da parte di Germano Celant nel 1967.
Il suo lavoro è una combinazione di materiali di diversa natura, i quali a seconda delle loro caratteristiche possono entrare in dialogo o in conflitto gli uni con gli altri, generando una tensione all’interno del lavoro che si estende anche all’area che lo circonda.
Organico ed inorganico, naturale e tecnologico, caldo e freddo, leggerezza e pesantezza sono solo alcune delle coppie dialettiche sulle quali l’artista lavora, la convivenza e la riconciliazione di materiali e fenomeni opposti si estende anche sul piano concettuale, dove Anselmo indaga la relazione tra finito e infinito, visibile e invisibile.
La mostra personale inaugurata il 17 gennaio a Napoli è la terza personale di Giovanni Anselmo nella galleria di piazzetta Nilo e presenta una selezione di lavori datati dal finire degli anni ’60 fino ad oggi, in un percorso di opere rappresentative dell’artista.
In particolare, sono in mostra:
- Direzione (1967-2002) è un blocco di arenaria sulla cui faccia superiore è incastonato un ago magnetico che rende l’opera capace di auto determinare il proprio orientamento nello spazio
- Infinito (1970) è una fotografia dell’infinito attraverso il cielo scattata con la messa a fuoco su ∞.
- Invisibile (1971-75) è un parallelepipedo di granito nero d’Africa su cui è incisa la scritta VISIBILE.
- Particolare (1972-2013) è una delle opere più rappresentative di Giovanni Anselmo, composta da uno o più proiettori che riproducono la scritta PARTICOLARE su un punto specifico dello spazio espositivo, trasferendosi sui visitatori quando attraversano il fascio di luce.
- L’Oltremare (1979-2022) è il tono del colore utilizzato per un intervento pittorico site-specific in galleria.
- L’opera Senza Titolo (1990) è composta da una tela ed una lastra di granito legate da un cavo di acciaio con nodo scorsoio ed installate a parete
- Dove le stelle si avvicinano di una spanna in più (2001-2017): tre blocchi di granito poggiati sul pavimento creano un breve percorso calpestabile dai visitatori.
Un invito dell’artista a seguire la proiezione che titola l’opera e di salire sulle pietre per avvicinarsi di una spanna in più verso le stelle.