GIOTTO E FONTANA. Costruire lo spazio

- DATA INIZIO: 24/11/2023

- DATA FINE: 03/03/2024

- LUOGO: NUORO – MAN/ Museo d’Arte Provincia di Nuoro

- INDIRIZZO: Via Satta, 27

- TEL: +39.0784.252110

L’idea dello spazio in Giotto e Fontana è straordinariamente vicina, a dispetto degli oltre 6oo anni che li separano

Al MAN/ Museo d’Arte Provincia di Nuoro partirà la mostra GIOTTO E FONTANA. Costruire lo spazio, a cura di Chiara Gatti

 

Al MAN/ Museo d’Arte Provincia di Nuoro partirà la mostra GIOTTO E FONTANA. Costruire lo spazio, a cura di Chiara Gatti
Installation view

 

Il 24 novembre 2023 il Museo MAN di Nuoro inaugura una mostra dedicata a un dialogo ideale fra passato e presente, fra classico e contemporaneo, in linea con una filosofia espositiva che da anni conduce riflessioni sull’eterno ritorno di temi universali nell’arte di tutti i tempi.

La mostra GIOTTO E FONTANA. Costruire lo spazio, nata da un’idea di Chiara Gatti, si colloca in continuità con le grandi mostre proposte dal MAN nel recente passato Giacometti e l’arcaico seguita da Picasso e il mito.

Con GIOTTO E FONTANA. Costruire lo spazio il MAN intende indagare il nesso che, a distanza di secoli, collega la ricerca spaziale di Lucio Fontana con il valore dello spazio nelle composizioni di Giotto, unitamente alla presenza fortemente simbolica del colore oro nella sua reificazione dell’infinito e dell’altrove.

Nella tradizione pittorica bizantina e in quella medievale occidentale, viene progressivamente meno la volontà di rappresentare uno spazio reale e tridimensionale.

Il fondo oro di mosaici e tavole dipinte offre infatti una rilucenza profonda e vibrante e conferisce alla composizione pittorica, per lo più sacra, un’aura di religiosità e mistero, atta a sancire il legame indissolubile tra arte e fede.

L’oro non è colore, ma simbolo divino, esalta le figure, ieratiche e bidimensionali, senza umanizzarle, le astrae dal contesto reale, isolandole nel tempo e nello spazio annullando ogni rapporto con la quotidianità presente.

Un nuovo senso della realtà e dello spazio, vero e profondo, emerge nell’arte medievale grazie alla personalità di Giotto (1267 ca.-1337).

Lo spazio sacro e dorato, bidimensionale e trascendente, cortina di luce che isola dal mondo esterno della tradizione precedente, viene “bucato” da Giotto, alla ricerca di una terza dimensione, profonda e reale. Il fondo oro diventa cielo vero, atmosferico, lucente e terso nelle giornate di primavera, illuminato dalla luce della luna e delle stelle (e persino delle comete) nella notte buia.

Giotto scopre come la pittura possa raffigurare ciò che l’occhio vede, comprese la possibilità dell’illusione, meravigliosamente sperimentate per la prima volta nei due celebri finti coretti della cappella degli Scrovegni di Padova.

Qui Giotto introduce l’idea della pittura capace di trasformare lo spazio e creare ambienti illusionistici.

Roberto Longhi definì Giotto spazioso questo nuovo modo di Giotto di trattare lo spazio e invitava i visitatori della Cappella degli Scrovegni a collocarsi al centro del pavimento della cappella, e cioè nel luogo più adatto ad abbracciare con un solo sguardo la parete in cui si apre l’abside, torna sùbito chiaro, palmare, sensibile fino all’illusione che i due finti vani “bucano” il muro.

Seicento anni dopo Lucio Fontana (1899-1968) scriveva nel suo Manifesto Blanco del 1946 “Le condizioni fondamentali nell’arte moderna sono chiaramente evidenti nel XIII secolo, in cui inizia la rappresentazione dello spazio”.

Con Fontana lo spazio nuovo e illusorio di Giotto si trasforma in uno spazio realmente tridimensionale.

La luce che lo attraversa rende palpabile il principio della soglia, dell’affaccio, del luogo di confine fra visibile e invisibile e la luce irrompe dunque in uno spazio mentale rendendolo improvvisamente percorribile.

Il dialogo proposto in mostra fra le tavole di Giotto e i tagli di Fontana attinge inoltre, oltre che alle speculazioni di Florenskij, a una lunga letteratura concentrata su corsi e ricorsi di quella magnifica ossessione della pittura per la rappresentazione dell’assoluto.

ORARI

  • Martedì > domenica 10.00 – 19.00
  • Lunedì chiuso

INFO

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