Gabriele “Buga” Buratti. Il tempo del mistero

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- DATA INIZIO: 21/10/2022

- DATA FINE: 15/01/2023

- LUOGO: COMO – Castel Baradello

- INDIRIZZO: Via Castel Baradello, 5

- TEL: +39 3920279675

Nella mostra Il tempo del mistero, l’artista e architetto del Paesaggio Gabriele BUGA Buratti declina il tema, sempre più attuale, delle moderne metropoli e del rapporto uomo/spazio e uomo/natura.

Gabriele “Buga” Buratti. Il tempo del mistero

 

 

COMO – Castel Baradello Via Castel Baradello, 5

Dal 21/10/2022 al 15/01/2023

Il castello del Baradello sorge sull’omonimo colle che domina la città, da dove lo sguardo si spinge sino alle Alpi e alla pianura Padana.

Il tempo del mistero, inaugurata il 21 ottobre, è la quarta mostra organizzata da Slow Lake Como e Slow Moon nella prestigiosa sede del Castel Baradello dopo “la Luna e il Medioevo” con le visioni di un medioevo onirico e fantastico di Marcella Chirico, “Between Dante and Rauschemberg” omaggio dell’artista Enrico Cazzaniga al grande pop artist americano, e “Never been here/jamais ètè ici” di Fabrizio FAB Bellanca.

Tutte esibizioni dove gli artisti riflettono con le loro opere sulla complessità del rapporto uomo/natura e delle relazioni tra essere umano e lo spazio che lo circonda, urbano o naturale, materiale o immaginifico.

Anche Gabriele BUGA Buratti, architetto del Paesaggio, declina, nella mostra Il tempo del mistero, il tema, sempre più attuale delle moderne metropoli.

Egli guarda infatti a questi non-luoghi misteriosi e talvolta inquietanti, in cui le nostre anime si smarriscono e perdono i loro punti di riferimento.

Anime perse nell’impenetrabile e fitta rete di realtà in continuo mutamento: grandi spazi di transito, di circolazione, di consumo, sempre più omologanti, in cui ognuno di noi diviene “uno, nessuno, centomila”, una maschera di solitudine di pirandelliana memoria.

Buga lavora su tavole di legno utilizzando un substrato di pittura murale su cui appone strati di pittura ad olio e lavorando con lame, carte vetrate, spugne, toglie il colore, lavorando per sottrazione, alla ricerca della perfezione del segno e nel tentativo di trovare quei colpi di luce, in contrasto con le ombre, che contribuiscono a caratterizzare un’atmosfera per lo più brumosa, densa di foschie tipicamente milanesi.

Pochi sono i colori, i bianchi e neri, le terre, le ruggini che costituiscono la cifra caratteristica dell’artista.

Dall’impalpabilità delle tonalità scaturisce un lessico figurale assolutamente non mimetico, quanto piuttosto evocativo.

L’iconografia urbana appare come un layout fotografico che traduce in quadro un reale privo però di una precisa connotazione temporale, costituendo piuttosto una proiezione dell’immaginario emotivo dell’autore.

Lo spettatore si trova davanti a immagini realistiche che attingono ad un universo simbolista di fronte ad opere che trasudano un profondo impegno sociale.

Le metropoli divengono simboli di un progresso continuo e prepotente, vittima delle leggi socioeconomiche di un capitalismo che ci ha resi dimentichi delle nostre autentiche radici e delle nostre esigenze più profonde.

Ci siamo allontanati dalla natura, immergendoci in apparenti gabbie dorate che si sono rivelate soffocanti e opprimenti scenari, quasi apocalittici.

La figura umane è assente mentre sono presenti al centro della scena, in contrasto netto con il paesaggio antropizzato, elefanti, rinoceronti, tigri, zebre animali che simboleggiano il primitivo, il primordiale.

L’artista lascia così un messaggio al visitatore, quasi un invito/monito nei confronti di una civiltà che va perdendo la propria stabilità, incapace di dar vita e volto ad uno sviluppo che sappia tener conto di una necessaria misura ed un indispensabile equilibrio.

La mostra è organizzata da Slow Moon Arts & Events con:

  • Openartelier (https://www.openartelier.it/)
  • Galleria GALP (https://www.galleria-galp.it/)

Hanno partecipato al progetto Slow Lake Como e l’Ente Parco Regionale Spina Verde.

ORARI DI APERTURA

  • Sabato e domenica dalle 9.30 alle 18.00

INFO

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